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Le risorse forestali e lo sviluppo delle zone montane
zazioni dei prodotti della filiera foresta-legno, sia in relazione all’afferma-
zione di nuove tipologie produttive, soprattutto connesse alla crescente
domanda di ricreazione all’aperto. Per quanto riguarda la spesa pubblica,
sempre in ragione dell’affermazione del ruolo polifunzionale delle risorse
forestali, si assiste ad un crescente impegno istituzionale, in cui la motiva-
zione principale non è più di tipo assistenzialistico, ma di giusto ricono-
scimento da parte della collettività delle esternalità prodotte in favore della
salvaguardia del territorio montano, ovvero dalla realizzazione d’interven-
ti pubblici in grado d’influire positivamente sul benessere non solo delle
popolazioni locali, ma dell’intera collettività.
Comunque, il problema di fondo della rivitalizzazione delle zone mon-
tane è legato prioritariamente alla ricostituzione di un tessuto sociale vita-
le che, nell’ambito delle attività produttive locali, passa attraverso una
sostenibilità economica dei processi realizzabili nei territori montani.
Per poter realizzare operativamente quella competitività territoriale
precedentemente indicata, i processi di sviluppo dovranno affrontare i
problemi connessi alla prevalenza di attività produttive di piccola dimen-
sione, privilegiando, ove possibile, la realizzazione di prodotti con elevata
qualità, tipicità, con innovazione realizzabile su piccola scala e con elevati
input di lavoro. E il territorio montano nazionale sembra avere le caratte-
ristiche per poter recepire un percorso di sviluppo del genere.
Osserviamo, ora, da vicino due dei principali elementi di competitività
produttiva delle risorse forestali nazionali: il turismo naturalistico e l’indu-
stria e l’artigianato del legno.
Il turismo naturalistico
Il turismo in montagna non costituisce una categoria specifica omoge-
nea e nettamente differenziata delle altre forme di turismo. Sulla base delle
attuali tendenze di mercato, i segmenti di domanda sui quali sarà possibi-
le puntare per offrire prodotti differenziati e di qualità sono il turismo cul-
turale, il turismo di avventura e l’ecoturismo.
Poche zone montane sono in grado di sviluppare un’offerta basata sul
turismo culturale. Tale segmento è infatti tipico (ed in genere già in corso
di valorizzazione) di zone fortemente vocate e caratterizzate da patrimo- .1
ni eccezionali, in quanto prossimi a bacini turistici di fama nazionale o oI-n
internazionale (Toscana, Umbria e poche altre località più ristrette) o di n
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