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La sicurezza ambientale in ambito urbano e l’attività del Corpo Forestale dello Stato


            (D.L.vo n. 22/1997) rispetto alle acque di scarico (D.L.vo n. 152/1999), le
            quali non costituiscono necessariamente un rifiuto. Non è assolutamente
            più possibile, come scrive Maurizio Santoloci ne Il Codice dell’Ambiente che
            tra “acque reflue” e “rifiuti liquidi” si generi confusione ai fini della disci-
            plina applicabile. Per “scarico” è così da intendersi: «qualsiasi immissione
            diretta tramite condotta di acque reflue liquide, semiliquide, comunque
            convogliabili, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche se
            sottoposte a preventiva depurazione». Si hanno poi tre tipi di acque reflue:
            domestiche, industriali, urbane, superando non pochi problemi interpre-
            tativi in ordine al trascorso concetto di “insediamento civile”. Le acque
            reflue domestiche sono quelle connesse con l’ordinaria vita familiare;
            quelle industriali sono provenienti da attività commerciali o di produzio-
            ni di beni diverse dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di
            dilavamento, mentre quelle urbane sono quelle provenienti dai depurato-
            ri e/o dalle pubbliche fognature.


            I rifiuti e le discariche *
               L’emergenza rifiuti è in alcune aree metropolitane di estrema gravità ed

            intorno ad essa spesso si annidano interessi malavitosi.
               La produzione pro capite di rifiuti è crescente, soprattutto nelle aree
            più ricche, dove più elevato è il reddito medio, ed in quelle a vocazione
            turistica, dove, in particolari periodi dell’anno, si concentra un elevatissi-
            mo numero di presenze.
               Così a Venezia, a Firenze, a Perugia si producono oltre 700 kg di rifiu-
            ti urbani per abitante all’anno, mentre a Potenza e a Campobasso tale indi-

            ce scende a poco più di 400 kg.
               Ancora scarsa è la raccolta differenziata, nell’ordine medio del 7-8% sul
            totale dei rifiuti urbani prodotti, con punte massime del 30% a Bologna e
            Cagliari.
               Correlato al tema dei rifiuti urbani c’è il problema dello smaltimento,
            per il tramite dei termovalorizzatori, che sostituiscono i più antiquati ince-
            neritori, molto pericolosi ai fini della sicurezza ambientale per la produ-    .1
            zione di sostanze nocive (diossina) e delle discariche.
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            * a cura di Fabrizio Di Liberto                                                n  n
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