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La sicurezza ambientale in ambito urbano e l’attività del Corpo Forestale dello Stato


            di una costante crescita della domanda idrica e delle attività collegate alla
            sua disponibilità, si è registrato negli ultimi decenni un divario crescente
            tra qualità attesa e qualità osservata, con preoccupanti conseguenze non
            solo sul piano economico, ma, soprattutto, sul piano ambientale e igieni-
            co-sanitario.
               I motivi di ciò sono molteplici; accanto a quelli tipici dei settori in cui
            è più recente l’azione della pubblica amministrazione, quali l’incompletez-
            za del quadro normativo e la frammentarietà delle competenze, si posso-
            no citare: un’azione di protezione dall’inquinamento non adeguata, i pro-
            gressi delle scienze che impongono standard di qualità sempre più eleva-
            ti, la mancanza di una politica integrata di tutela della quantità e della qua-
            lità delle acque.
               Ciò ci fa capire di come tale risorsa si debba fare uso e non abuso.
            Ridurre gli sprechi e difendere questa risorsa preziosissima dall’inquina-
            mento rappresentano gli obblighi morali a cui la società è chiamata a
            rispondere. Si tratta di un’emergenza ambientale e sociale di scala planeta-
            ria, che anche il Segretariato Generale delle Nazioni Unite ha deciso di
            ricordare nella giornata del 22 marzo con la “Giornata mondiale
            dell’Acqua”, ricorrenza in cui attività, eventi e manifestazioni sono tutte
            tese a sottolineare l’importanza di imparare il vero valore di “questa pre-
            ziosissima risorsa” prima che sia la sua scarsità ad insegnarcelo: “equità e
            sostenibilità devono essere le parole d’ordine”.
               I consumi di acqua per uso domestico variano moltissimo da Comune
            a Comune: a Bari si consumano 51 mc per abitante, a Roma e a Torino
            oltre 100 mc, così che l’acqua potabile è divenuta in alcune aree del Paese
            una risorsa rara, e pertanto soggetta a limitazioni temporali.
               Molte città capoluogo di regione come Bari, Cagliari, Palermo e
            Potenza hanno dovuto adottare misure di razionamento nell’erogazione
            dell’acqua per usi domestici.
               Negli ultimi anni in media il 14% delle famiglie italiane ha avuto pro-
            blemi di irregolarità nella erogazione dell’acqua e quasi la metà delle fami-
            glie italiane non beve l’acqua del rubinetto perché la ritiene non bevibile.
               L’inquinamento idrico è causato essenzialmente dagli scarichi urbani ed
            industriali e dal cattivo funzionamento dei depuratori.                        .1
               La necessità di affrontare con strumenti adeguati un quadro comples-        oI-n
            sivo sempre più preoccupante, ha portato ad effettuare un riordino di          n
                                                                                           n
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