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Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: tra il verde e l’azzurro


            setto originario dell’isola. Oltretutto gli incendi, che rappresentano una
            vera e ricorrente calamità di tutti gli ambienti mediterranei, non hanno
            risparmiato l’isola di Giannutri soprattutto nel versante meridionale.
               All’attualità le formazioni vegetali che caratterizzano il territorio sono:
            - boschi di leccio nella zona settentrionale. Si tratta per lo più di forma-
               zioni un tempo governate a ceduo;
            - macchie a prevalente Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea L.) ubicati
               sui pendii rocciosi degradanti verso il mare. Al ginepro si accompagna-
               no lentisco (Pistacia lentiscus L.), olivastro (Olea europaea var. sylvestris L.),
               alaterno (Rhamnus alaternus L.) e più raramente leccio (Quercus ilex L.);
            - macchie xerofile e macchie di sclerofille microfilliche. Sono pre-
               senti soprattutto nelle pendici più assolate e più degradate in conse-
               guenza di tagli indiscriminati e inconsulti e del periodico passaggio del
               fuoco di incendi sempre devastanti. Le specie che caratterizzano que-
               ste formazioni di altezza modesta sono lentisco (Pistacia lentiscus L.),
               mirto (Mirthus communis L.), euforbia arborea (Euphorbia dendroides L.),
               cisto marino (Cistus monspeliensis L.), erica (Erica multiflora L.), rosmari-
               no (Rosmarinus officinalis L.);
            - vegetazione eliofila in prossimità delle coste, in particolare quelle
               occidentale e settentrionale con piccole specie caratterizzanti quali
               Limonium sommierianum (Fiori) Arrigoni, Senecio bicolor (Willd) subsp. cine-
               raria, Helicrysum litoreum Guss. Sull’isola di Giannutri è poi presente un
               rimboschimento dell’età di 40 anni circa con pino d’Aleppo (Pinus hale-
               pensis Miller) ubicato nei pressi della Villa Romana. Nella pineta e in
               particolare nelle radure e ai margini si nota una discreta rinnovazione
               di specie della macchia con prevalenza di lentisco (Pistacia lentiscus L.),
               mirto (Mirthus communis L.), ginepro fenicio (Juniperus phoenicea L.), cor-
               bezzolo (Arbutus unedo L.), fillirea (Phillirea angustifolia L.), euforbia
               (Euphorbia dendroides L.), erica (Erica arborea L.), ginestra spinosa
               (Calicotome spinosa (L.) Link), ginestra odorosa (Spartium junceum L.) e
               cisti (Cistus monspeliensis L., Cistus incanus L., Cistus salvifolius L.);
            - macchia alta a corbezzolo ed erica - lecceta. Come noto rappresen-
               ta la fase climax ma è presente ormai soltanto in talune stazioni relitto.
               Via via che la lecceta degrada, al leccio (Quercus ilex L.) si associano altre
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               specie tra le quali prevalgono corbezzolo (Arbutus unedo L.), erica (Erica
               arborea L. più raramente  Erica scoparia L.) e poi specie minori quali
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