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Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: tra il verde e l’azzurro
aspetti non secondari.
La loro storia, pur con diverse sfaccettature, è ugualmente antica, arti-
colata, complessa. Si sono alternati, nei periodi più remoti, momenti di
collegamento alla terraferma ed altri di completo isolamento.
Questo fatto ha indubbiamente favorito, per quanto riguarda flora e
vegetazione, l’insediarsi di molte specie, a volte molto lontane tra loro per
origini e storia.
Fin da epoche remote l’uomo ha influito in modo significativo sul pae-
saggio forestale e vegetale in genere. Basti pensare allo sfruttamento delle
risorse forestali dell’Elba da parte degli Etruschi per la riduzione del mine-
rale ferroso estratto dalle miniere dell’isola, allo sfruttamento operato
nelle varie realtà isolane da boscaioli, carbonai, agricoltori, pescatori.
Alcune delle isole dell’Arcipelago Toscano (Gorgona, Capraia,
Pianosa) hanno conosciuto un utilizzo del territorio certamente singolare:
quello di colonia penale agricola. Questo fatto ha portato ad interventi
consistenti nel rimodellamento del paesaggio e nel taglio di vaste superfi-
ci boscate. Altre volte nell’allevamento zootecnico anche su scala intensi-
va. L’esempio dell’isola di Pianosa è significativo e meritevole di appro-
fondimenti. A Pianosa sono stati effettuati allevamenti di ovini con centi-
naia e centinaia di capi, di suini, di polli; sono stati coltivati cereali e
impiantati frutteti. Su un’isola senza il benché minimo sistema idrografico
sono stati concepiti e fatti funzionare impianti di irrigazione sfruttando le
riserve idriche delle falde, scavando un numero crescente di pozzi negli
anni.
L’allevamento zootecnico ha significato per molto tempo la dispersio-
ne dei liquami su di un territorio dagli equilibri ormai fragili.
Del resto gli stessi impianti fognari delle varie strutture carcerarie e del
piccolo centro abitato nei pressi del porticciolo erano e continuano ad
essere precari.
Divenuta Pianosa anche carcere di massima sicurezza, venne costruito
un muraglione perimetrale ad una delle strutture carcerarie che, senza
tener conto di presenze pure importanti di siti archeologici e di specie
vegetali rare, è ancora oggi testimonianza di un approccio molto appros-
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simativo alla tutela dei beni ambientali.
Chiusa, almeno così sembrerebbe, la parentesi carceraria sull’isola di
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