Page 55 - Supplemento Rassegna 2017-3
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INTERVENTO DEL PROF. NANDO DALLA CHIESA


             il mafioso, uomo d’onore, è in realtà “un vigliacco”, come egli dice anche nel-
             l’intervista a Enzo Biagi nel 1981.
                  Il nuovo Prefetto è insomma un uomo indipendente o, come disse allora
             un giornalista del “Corriere della Sera”, «uomo di potere, ma non uomo del
             potere»; che sa ottenere determinate decisioni da parte della politica, ma non
             per questo rimane vincolato a qualche esponente politico (il più potente dei
             quali visse come offesa imperdonabile il fatto che non gli riservasse una lealtà
             piena ed assoluta dal punto di vista personale). Che arriva qui e aggiunge ai suoi
             schemi di azione anche un ruolo “politico”, come mai aveva fatto. Pensiamo
             alle scuole, ad esempio. Non vi tenne tanti incontri, anche se nella narrazione
             pubblica sembra a volte che non facesse altro che andare a parlare con gli stu-
             denti: ne fece solo due, tra il 30 di aprile, la data di arrivo, e la chiusura dell’anno
             scolastico.
                  E non fu neanche un’idea sua, furono gli studenti del “Gonzaga” a chia-
             marlo. Ma lui ci andò ben sapendo che rompeva delle consuetudini, e avendo
             visto i risultati (io ho, perché me l’ha mandata un ragazzo di allora diventato
             dirigente d’azienda, la registrazione integrale di quella conversazione), intuì che
             quella era una delle strade principali che doveva battere per costruire le alleanze
             che non trovava sul piano politico. Sicché chiese lui a quel punto di andare al
             “Garibaldi”, che era stata la nostra scuola, mia e di Simona. Incomincia dunque
             a far politica. Lo fa d’altronde nella forma più alta quando afferma che bisogna
             trasformare in diritti dei cittadini quel li che la mafia dà sotto forma di favori,
             aggiungendo un ruolo pericoloso al bagaglio di qualità che già ne fa un avver-
             sario temibile. E qui va proposta un’ultima considerazione di contesto. Il siste-
             ma che sta sperimentando quel livello di corruzione e quel livello di ascesa dei
             poteri criminali è anche un sistema politicamente instabile, che ha il terrore dei
             suoi smottamenti. Non per nulla il Presidente del Consiglio che manda mio
             padre qui è il primo Presidente del Consiglio laico, mentre già si delinea all’oriz-
             zonte l’arrivo di un primo Ministro dell’Interno laico. In quella situazione di
             grande incertezza e instabilità, un uomo che arriva a Palermo con le caratteri-
             stiche che abbiamo detto può produrre scossoni in grado di rompere ogni equi-
             librio. Purtroppo, anche se non lo posso dimostrare, credo che la ragione delle
             convergenze di interessi politici ostili non stia nelle famose “carte di Moro”,

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