Page 51 - Supplemento Rassegna 2017-3
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INTERVENTO DEL PROF. NANDO DALLA CHIESA
l’Arma il Generale Gallitelli, il quale durante il suo intervento in chiesa dopo la
messa si rivolgeva sempre a loro. Erano schierati qui di lato, con la loro magliet-
ta gialla; erano venuti spontaneamente, non gli avevo chiesto io di venire. E
invece me li ritrovai tutti al mattino alla commemorazione in via Carini; li feci
salire quindi davanti a quello che era stato l’ufficio di mio padre, e feci vedere
loro dove erano state preparate le mappe genealogiche della mafia degli anni
Sessanta e Settanta da mio padre con il Colonnello (allora Capitano) Russo:
senza fotocopiatrici, senza computer, così da dovere impiegare, mi sembra di
ricordare, una settimana solo per disegnare la mappa che venne poi presentata
alla Commissione parlamentare antimafia. Erano altri tempi, i miei studenti
erano rapiti da quel racconto; ma ne furono rapiti anche gli Ufficiali intenti al
lavoro in quell’ala del primo piano, che non avevano mai udito raccontare quelle
storie e che sentendo me che le raccontavo a una trentina di giovani sconosciuti
si affacciarono tutti uno dopo l’altro per sentire che cosa fosse accaduto in que-
gli spazi, i “loro” spazi, nella lotta alla mafia degli anni Sessanta-Settanta.
Fu un’esperienza indimenticabile. Vi assicuro: indimenticabile.
Qualche cosa vorrei dire ora sul contesto del delitto e del sacrificio che
stiamo qui ricordando, perché quello dell’82 è un contesto importante. Il
Professor Lupo, il Dottor Natoli e anche Francesco La Licata ne hanno ricor-
dato alcuni elementi. Io vorrei ricostruire l’insieme, quasi a pennellate.
Prospettandovelo non posso dimostrare nulla, però immagino che la consape-
volezza storica dei presenti permetta loro di connettere rapidamente i vari ele-
menti del quadro. È quello un periodo in cui la mafia, Cosa nostra, è in forte
ascesa. Lo ha ben ricordato Salvatore Lupo: non c’è un periodo nella storia
d’Italia in cui essa abbia goduto di altrettanta potenza.
Una potenza che le viene dal fatto di avere conquistato rapidamente il
monopolio del traffico dell’eroina sul Mediterraneo anche grazie alla crisi dei
marsigliesi. Ha dunque nelle sue mani un mercato eccezionalmente remunera-
tivo, che le mette a disposizione ricchezze assolutamente sconosciute, e che non
sa nemmeno come utilizzare in Sicilia. Ricchezze che ne incoraggiano una pre-
tesa di autonomia politica formidabile, perché a quel punto non si raccolgono
più soltanto i voti grazie al controllo del territorio, ma si finanziano le campa-
gne elettorali, si mettono soldi a disposizione dei candidati.
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