Page 48 - Supplemento Rassegna 2017-3
P. 48

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA: LA LOTTA DELL’ARMA ALLA MAFIA



               di un chiaro ed efficace programma di lotta aperta, “a tutto campo”, contro
               mafiosi e politici collusi.
                    Ma fu ancora più esplicito e dirompente nella storica intervista a Giorgio
               Bocca del 10 agosto1982, in cui fece il punto sulla sua situazione personale
               (quasi a futura memoria) ed affermò testualmente:
                    •  sono di certo il primo Generale dei Carabinieri, che ha detto chiaro e
               netto al Governo che non mi interessa una Prefettura, anche se di 1a classe, ma
               che mi interessa la lotta alla mafia;
                    •  chiunque pensasse di combattere la mafia nel pascolo palermitano, e
               non nel resto d’Italia, non farebbe che perdere tempo;
                    •  oggi mi colpisce il policentrismo della mafia, anche in Sicilia: è finita la
               mafia  geograficamente  limitata  alla  Sicilia  occidentale.  Oggi  la  mafia  è  forte
               anche a Catania: con il consenso della mafia palermitana le quattro maggiori
               imprese edili catanesi - Costanzo, Rendo, Graci e Finocchiaro - oggi lavorano a
               Palermo;
                    •  sulla mafia che uccide i “potenti del Palazzo”: «credo di avere capito la
               nuova regola del gioco. Si uccide il potente quando è diventato troppo perico-
               loso, ma si può ucciderlo perché è isolato». L’esempio più chiaro è quello del
               Procuratore Costa, la copia conforme del caso Coco di Genova;
                    • che Pio la Torre è stato ucciso per l’azione di “tutta la sua vita”: ma che
               decisiva era stata la sua ultima proposta di legge sulla associazione mafiosa, da
               definire autonomamente con una legge per sottrarla finalmente alle “opinioni
               personali” di magistrati, sociologi, poliziotti e giuristi;
                    • con la mafia “stiamo studiandoci”, muovendo le prime pedine. La mafia
               è cauta, lenta: ti misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana. Ma io questo mondo
               lo conosco;
                    •  la mafia sta ormai nelle maggiori città italiane, dove ha fatto grossi inve-
               stimenti. A me interessa conoscere questa “accumulazione primitiva” del capi-
               tale mafioso, mi interessa la rete mafiosa di controllo.
                    Tutto ciò, in fondo, è stato riferito pubblicamente a Giorgio Bocca da
               Nando dalla Chiesa nell’intervista dell’8 settembre 1982, che diede luogo alle
               repliche  difensive  sui  quotidiani  del  giorno  9  settembre,  rilasciate  da  Mario
               d’Acquisto  (Giornale  di  Sicilia),  Nello  Martellucci  (Repubblica),  Vito

               46
   43   44   45   46   47   48   49   50   51   52   53