Page 53 - Supplemento Rassegna 2017-3
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INTERVENTO DEL PROF. NANDO DALLA CHIESA


             Rosse la liberazione del suo uomo di fiducia.
                  È dunque una corruzione che sale senza controllo. E si ha anche per la
             prima volta, riprendendo il cenno del Professor Lupo, la formazione di un reti-
             colo di risorse militari che vengono mutuamente scambiate tra le diverse orga-
             nizzazioni; perché le Brigate Rosse cercano per la prima volta l’alleanza con la
             camorra nel sud; perché la banda della Magliana compie degli omicidi o dei ten-
             tati omicidi per conto di altri poteri occulti anche nel nord.
                  È dunque come se crescesse nel giro di pochi anni un sistema di nuova e
             più estesa corruzione; in cui si va realizzando quel “salto di qualità” che sarà
             certificato dieci anni dopo da Tangentopoli e dal suo collasso.
                  Questo sistema vede alzare le proprie capacità e le proprie pretese da parte
             di Cosa nostra, e vede costituirsi un vero network criminale nazionale, anche se
             al suo interno è poi sempre bene dare a ogni soggetto il suo nome, come diceva
             il  Dottor  Natoli.  Ed  è  precisamente  dentro  questa  Italia  del  crimine,  di  cui
             Palermo finisce per essere la capitale e il punto di riferimento obbligato, che si
             decide di mandare Carlo Alberto dalla Chiesa.
                  Che  cosa  rappresenta  dunque  in  questa  situazione  e  a  Palermo  Carlo
             Alberto  dalla  Chiesa?  Rappresenta  prima  di  tutto  un  leader  istituzionale.
             Mandando lui, lo Stato non manda un funzionario. Manda un uomo che ha
             dimostrato grandi capacità di motivazione, di trascinamento, di leadership indi-
             pendente nella lotta contro le Brigate Rosse; lotta difficile, io ne ricordo i mesi
             di ogni anno, e per questo un po’ mi inquieto quando sento dire che le Brigate
             Rosse sono state scon fitte dalla sollevazione del popolo italiano, perché per
             molto tempo il popolo italiano è rimasto a guardare; forse non lo ha teorizzato,
             ma il principio “né con lo Stato, né con le Brigate Rosse” è stato una stella pola-
             re nei comportamenti pratici di gran parte dell’opinione pubblica e, in partico-
             lare, degli intellettuali. Ebbene, in quella circostanza difficilissima Carlo Alberto
             dalla Chiesa ha esercitato, da Generale dei Carabinieri, una elevata capacità di
             trascinamento e di leadership. È un Comandante militare, ma anche qualcosa di
             più, poiché è in grado di influenzare la psicologia collettiva. Perciò non arriva
             qui a fare il funzionario che garantisce gli equilibri esistenti. Esprime una rottu-
             ra  autentica,  se  si  pensa  che  già  Franchetti  aveva  parlato  della  tendenza  dei
             Prefetti a non contrastare la mafia, pena la perdita dell’appoggio delle maggio-

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