Page 19 - Supplemento Rassegna 2017-3
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PREFAZIONE DEL GEN. C.A. TULLIO DEL SETTE


             Raiti, barbaramente assassinati il 16 giugno 1982, in quel la che a Palermo è
             ricordata come la strage della Circonvallazione e che vide ancora una volta il
             Generale dalla Chiesa, Prefetto appena insediatosi, giunto tra i primi sul posto,
             dispiegare la sua straordinaria umanità di Comandante, disponendo visibilmen-
             te alterato che le salme venissero immediatamente ricoperte con un lenzuolo.
                  Come  il  Dottor  Rocco  Chinnici,  Capo  dell’Ufficio  Istruzione  del
             Tribunale di Palermo, dilaniato da un’autobomba insieme ai due Carabinieri
             della scorta, il Maresciallo Mario Trapassi e l’Appuntato Salvatore Bartolotta, il
             29 luglio 1983, vero precursore dei tempi con l’istituzione del pool dei magistra-
             ti antimafia di cui costituiva il centro motore.
                  Uomini delle Istituzioni a testa alta di fronte al pericolo; uomini d’indomi-
             to coraggio come Carlo Alberto dalla Chiesa, che nei suoi ultimi 100 giorni
             s’impegnò a rivitalizzare in ogni modo la società civile, a partire dalle scuole con
             numerosi accorati incontri per infondere proprio agli insegnanti e agli studenti
             la vera cultura della legalità, pienamente consapevole che la mafia può essere
             sconfitta, come disse Gesualdo Bufalino, «da un esercito di maestre elementa-
             ri».
                  La cultura della legalità costituisce il suo credo. A essa si ispira appena
             giunto, il 1° maggio, trentacinque anni dopo Portella della Ginestra, nel discor-
             so ufficiale per la Festa del Lavoro del 1982.
                  A proposito del verbo potere afferma, infatti: «l’ho sentito questo verbo
             [...] l’ho colto e lo voglio sottolineare in tutte le sue espressioni o almeno quelle
             che così estemporaneamente mi vengono in mente: poter convivere, poter esse-
             re sereni, poter guardare in faccia l’interlocutore senza abbassare gli occhi, poter
             ridere, poter parlare, poter sentire, poter guardare in viso i nostri figli e i figli dei
             nostri figli senza avere la sensazione di doverci rimproverare qualcosa, poter
             guardare ai giovani per trasmettere loro una vita fatta di sacrifici, di rinunzie, ma
             di pulizia, poter sentirci tutti uniti in una convivenza, in una società che è fatta
             di tante belle cose».
                  Sono questi i tentativi per una svolta possibile, per un cambiamento di
             passo,  per  una  risposta  credibile.  Sforzi  per  un’inversione  di  rotta,  che,  in
             sostanza,  s’innesca  proprio  a  partire  dall’estremo  sacrificio  del  Generale  -
             Prefetto a via Isidoro Carini, in quella sera di settembre di 34 anni fa quando fu

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