Page 24 - Supplemento Rassegna 2017-3
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CARLO ALBERTO DALLA CHIESA: LA LOTTA DELL’ARMA ALLA MAFIA
incapace di difendersi, senza coraggio, senza dignità. Ma nelle stesse ore in cui
quel cartello veniva affisso altri uomini si muovevano, giungevano negli uffici
della Prefettura, soprattutto a Villa Pajno, quella che è ancora la residenza uffi-
ciale del Prefetto di Palermo: si dirigono verso la cassaforte, la svuotano. Che
cosa prendono? Probabilmente, si è detto, dei documenti riservati sul caso
Moro, appunti che i Carabinieri allora agli ordini proprio del Generale dalla
Chiesa avevano trovato in un covo delle Brigate Rosse in via Montenevoso a
Milano durante le indagini sul sequestro e sull’omicidio del leader democristia-
no. Ma sequestrano anche appunti preziosi sulle famiglie mafiose dell’isola:
mistero su mistero.
Il 5 settembre i funerali solenni nella basilica di San Domenico, segnati da
dolore, rabbia e fortissime contestazioni alle autorità presenti. A presiedere è
l’allora Arcivescovo di Palermo, il Cardinale Salvatore Pappalardo.
È scosso, molto scosso anche lui, la sua omelia è una frusta (frase latina
che poi viene pronunciata in italiano) «mentre a Roma si pensa al da fare la città
di Sagunto viene espugnata e questa volta non è Sagunto ma Palermo, povera
nostra Palermo». Terminano così i cento giorni di dalla Chiesa a Palermo, cento
giorni di impegno, di speranze, di frustrazioni, di promesse mancate e di illusio-
ni, i cento giorni da Prefetto del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla
Chiesa. «Sono nella storia italiana il primo Generale dei Carabinieri che ha detto
chiaro e netto al Governo ‘una Prefettura, come Prefettura anche se di prima
classe non mi interessa, mi interessa la lotta contro la mafia. Mi possono inte-
ressare i mezzi e i poteri per vincerla nell’interesse dello Stato’».
Idee chiare, modi spicci, operatività massima, impegno senza tregua.
Carabiniere, figlio e fratello di Carabinieri da sempre in prima linea nella lotta
alla mafia. Giovane ufficiale a Corleone, poi dal 1966 al 1973 Comandante della
Legione Carabinieri di Palermo proprio nel plesso che ospita questo evento,
comprende subito la gravità del fenomeno. È anni e anni davanti a tutti. Le sue
capacità investigative lo portano ad intuire l’intrecciato sistema che sta alla base
del potere mafioso, la droga, i sequestri, gli appalti. Efficaci e all’avanguardia i
suoi metodi investigativi anche nella lotta al terrorismo.
Determinante lo sappiamo il suo contributo nella sconfitta delle Brigate
Rosse. Nel 1981/82 arriva la promozione a Vice Comandante Generale
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