Page 29 - Supplemento Rassegna 2017-3
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INTERVENTO DEL PROF. SALVATORE LUPO
sulla rotta New York-Sicilia in compagnia di Giovanni/John Gambino, trait-
d’union tra i gruppi mafiosi delle due sponde dell’oceano.
Sul piano dei conflitti interni alle fazioni di Cosa nostra palermitana (sici-
liana), un punto di svolta si ebbe tra la fine di aprile e l’inizio del maggio 1981,
con gli assassini dei capimafia Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo. Bontate era
il leader di una mafia molto ben consolidata nelle relazioni con il mondo poli-
tico e imprenditoriale; Inzerillo, reduce dall’America, era lui stesso legato e
imparentato con narcotrafficanti siculo-americani. Seguì l’annientamento della
loro fazione, mediante una sequenza di delitti senza precedenti che, in un paio
d’anni, fece centinaia di caduti - cinquecento, forse mille (i cadaveri in molti casi
non vennero mai ritrovati). I giornali parlarono di “seconda” guerra di mafia,
con riferimento alla “prima” che si era consumata nei primi anni Sessanta. Si
trattò piuttosto di una sorta di golpe, di un’operazione terroristica che annientò
fazioni, bande politiche criminali e d’affari coincidenti con fazioni interne a
Cosa nostra o in qualche forma ad esse connesse, per portare sotto l’assoluto
controllo della leadership mafiosa, formata dai corleonesi e dai loro alleati, un
giro d’affari in vertiginosa crescita. Per questa ragione, Riina e soci colpirono
con particolare durezza i mafiosi che gestivano il business intercontinentale del-
l’eroina in stretta relazione con la consorella americana, e particolarmente con
le famiglie newyorkesi dei Gambino e dei Bonanno. Tra costoro Tommaso
Buscetta e Gaetano Badalamenti salvarono la vita, finendo nelle mani delle
autorità rispettivamente italiane e statunitensi. Ma vennero sterminati molti loro
parenti e sodali, nonché tanti esponenti del clan Inzerillo - sia nella sua sezione
siciliana sia in quella americana.
Ma prima ancora il terrore si era scatenato contro gli uomini delle istitu-
zioni, anzi contro chiunque sembrasse schierato contro lo strapotere della
mafia. Il nostro elenco non vuole essere completo. Ma citiamo l’assassinio, per-
petrato nel settembre del ’79 (a pochi mesi da quello di Boris Giuliano) di
Cesare Terranova, forse il più determinato tra i magistrati che avevano negli
anni precedenti indagato sulla mafia, passando poi per l’esperienza di parlamen-
tare del PCI e della Commissione antimafia. Tra i magistrati, nell’agosto 1980
fu ucciso il Procuratore Capo Gaetano Costa. Tra i politici, nel gennaio 1980
toccò a Piersanti Mattarella; e nell’aprile 1982 a Pio La Torre.
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