Page 30 - Supplemento Rassegna 2017-3
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CARLO ALBERTO DALLA CHIESA: LA LOTTA DELL’ARMA ALLA MAFIA
Poi venne il turno di dalla Chiesa, assassinato insieme alla moglie e un
agente di scorta in quel fosco 3 settembre 1982. In passato, era stato uno dei
più celebrati protagonisti delle inchieste sulla mafia. Più di recente aveva otte-
nuto grandi successi, tra mille polemiche, nella battaglia contro il terrorismo
dell’ultrasinistra. Era un esperto dell’uno come dell’altro settore, benemerenza
che avevano indotto Spadolini, il primo capo del governo “laico”, a nominarlo
Prefetto di Palermo nell’intento di rimediare all’incredibile incapacità delle
autorità di garantire il monopolio statale della forza.
Mentre stava per partire per Palermo, dalla Chiesa - stando alla testimo-
nianza del suo stesso diario - era stato ricevuto da Giulio Andreotti. Il grande
investigatore avvertì il grande politico che non avrebbe esitato, all’occorrenza,
a colpire qualche satellite della macchina politica a lui legata. Il grande politico
rispose evocando, in maniera apparentemente vaga, la strage degli Inzerillo.
Voleva forse significargli che gli sconvolgimenti in corso derivavano dagli effetti
eversivi del narcotraffico sugli equilibri politico-mafiosi .
(3)
Anche nel dibattito pubblico, molti anni dopo (dopo essere stato incrimi-
nato) avrebbe fornito la stessa spiegazione: quella gente della mafia per qua-
rant’anni non si era dimostrata «pericolosa», seppure certo non si trattasse di
«angioli»; se non che, a un certo punto era «arrivata la droga» .
(4)
Noi possiamo ipotizzare che in effetti la Cosa nostra siciliana si sia in quel-
la fase trasformata da articolazione periferica della macchina politica democri-
stiana in protagonista per conto proprio, con un proprio, sanguinario progetto
di potere .
(5)
Questa trasformazione spiega la strategia, del tutto innovativa, riguardante
gli assassini di esponenti del mondo «di sopra» - magistrati, poliziotti, uomini
politici e d’affari. La morte di Mattarella, La Torre e di dalla Chiesa venne sicu-
ramente ordinata dalla Commissione, però a tutt’oggi per questi delitti non
(3) - Mi riferisco al colloquio tra i due del 6 aprile 1981, quale viene riportato nel diario di Dalla
Chiesa, e all’interpretazione che ne ho già dato in S. LUPO, Che cos’è la mafia. Sciascia e Andreotti,
l’antimafia e la politica, Donzelli, Roma 2007, pagg. 62 sgg.
(4) - S. BONSANTI, Io Giulio Andreotti, cit.
(5) - Mi riferisco alla sentenza d’appello del 2 maggio 2003, che è stata confermata in Cassazione il
15 ottobre 2004. Mi permetto di rimandare all’analisi che ne ho fatto in S. LUPO, Che cos’è la
mafia, cit., pagg. 71 sgg.
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