Page 98 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      erano pertanto mutati anche i fruitori della comunicazione: il video mul-
timediale risultava infatti di quasi una cinquantina di minuti, quindi difficilmen-
te scaricabile dalle linee internet somale, precarie e compromesse dalla guerra.
Il significato di questa scelta poteva essere soltanto che, per Harakat al-Shabaab,
il grande pubblico su scala mondiale avrebbe dovuto prendere il posto dei desti-
natari locali. Meno di un anno dopo, la creazione di un nuovo canale d’infor-
mazione denominato al-Kata’ib News Channel confermava che il progetto era
stato realizzato: logo, montaggio raffinato, grafica all’avanguardia “e poi il pay off,
che arriva nei secondi conclusivi della sigla, e spiega con precisione la missione che i combattenti
somali del jihad si sono assegnati: to inform, to inspire, to incite”(113).

      Anche sullo sfondo del progetto del Califfato intorno a Khilafalive, vi è cer-
tamente l’intenzione di ampliare sempre più la dimensione della diffusione del
messaggio.

      Se gli obiettivi della narrativa più sofisticata di Dā‘ish si confermano essere
soprattutto i giovani delle seconde e terze generazioni musulmane in ogni ango-
lo del globo, la radio costituisce uno strumento prezioso ed uno dei pochi
media generalisti “capaci di adattarsi alle logiche dell’evoluzione dei mercati della comuni-
cazione e della stessa rincorsa tecnologica, tanto da giustificare la definizione di new media
attribuita dal Rapporto Censis sulla comunicazione 2009. Non è un caso, dunque, che lo
studio della fruizione per fasce di età, conferma la vocazione giovanile del mezzo”(114).

      potrebbe far sorridere il raffronto tra gli esiti del Rapporto del Centro Studi
Investimenti Sociali (Censis) e la situazione del mercato radiofonico nei territori
controllati dal Califfato, se non si considerasse il rapporto quasi sinergico che
intercorre tra radio e mondo digitale. Un ulteriore elemento di considerazione,
che assume una particolare pregnanza proprio in relazione al contesto ambien-
tale in parola, è che la limitatezza delle capacità tecnologiche disponibili in deter-
minati teatri rende sicuramente appetibile il canale radiofonico, alla luce del fatto
che il download di un file audio è estremamente più snello e rapido.

(113) - Cfr. Monica MAggIonI, Lo Stato Islamico: una sorpresa solo per chi lo racconta, in Monica
        MAggIonI e paolo MAgRI, Twitter e jihad: la comunicazione dell’Isis, epoké, 2015, novi
        ligure (Al), 2015 pagg. 55-91.

(114) - Mario MoRCellInI, Mihaela gAvRIlA, La radio tra vecchie e nuove opportunità comunicative
        in Leggere la società italiana: l’analisi dei consumi culturali, tratto da M. MoRCellInI e C.
        MoSCA (a cura di) La sapienza della Sicurezza, Maggioli, 2014, pag. 342.

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