Page 101 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO
Dā‘ish(119), oltre ad un programma di propaganda intitolato Tempo di arruolare,
destinato al proselitismo.
Attualmente, tuttavia, il sito non risulta accessibile, mentre anche recente-
mente, a Raqqa ed in altre località controllate, è stato ribadito il divieto di ven-
dere, acquistare o riparare parabole e dispositivi che consentano la ricezione del
segnale satellitare: l’opposizione del gruppo terroristico alla televisione ed ai
telegiornali è esplicitamente motivata con l’esigenza di proteggere la popolazio-
ne che vive nei territori controllati dalla contro-informazione e dalla contro-
propaganda dei media occidentali.
l’impiego del giornalista Cantlie(120) in Khilafalive, l’annunciata televisione
del Califfato, avrebbe dovuto riguardare, in prospettiva, temi soft destinati al
pubblico dei paesi della coalizione avversa a Dā‘ish.
l’obiettivo sarebbe stato raggiunto continuando a raccontare la normalità
della vita del Califfato, in modo dissonante rispetto all’immagine fornita dai
media occidentali. Del resto, l’operazione è ben nota ed è stata già realizzata con
la serie intitolata Lend Me Your Ears, un telegiornale jihadista ove Cantlie, il 18
settembre 2014, compariva per la prima volta, seduto ad un tavolo che si sta-
gliava su uno sfondo nero ed indossando la tuta arancione dei prigionieri di
guantanamo.
Seppure in una dimensione altamente drammatica, il sottotitolo Messages
from the British Detainee John Cantlie ne chiariva la condizione di ancora-prigionie-
ro, ma non la reale portata del messaggio che Dā‘ish aveva confezionato, stru-
mentalizzando il giornalista britannico per farlo diventare un’arma della con-
troinformazione: la sua realtà raccontata sarà infatti diversa da quella che cia-
scuno sino a quel momento si sarebbe aspettato di ascoltare.
(119) - Reporter inglese, rapito una prima volta nel luglio 2012, al confine tra la Turchia e la Siria,
veniva liberato dopo alcuni giorni da quattro membri del free Syrian Army; ritornato in Siria
nel novembre successivo, veniva nuovamente rapito con il collega James foley, poi decapi-
tato.
(120) - Diversi tweets individuano nel giornalista britannico il testimonial per eccellenza per la
comunicazione di Dā’ish; non soltanto esponente del mondo occidentale, ma professionista
di settore capace di sviluppare ad ogni comparsa sulla scena un’analisi impietosa nei con-
fronti dei governi della coalizione. A riguardo,è stato osservato come, per mero caso, la
stessa radice etimologica del nome del giornalista, Cantlie, suggeriscasimbolicamente l’idea
che“egli non possa dire menzogne”(can’t lie).
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