Page 102 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      nel raccontare il suo rapimento, il giornalista britannico chiama in causa
la gran Bretagna, affermando di essere stato abbandonato dal proprio
governo(121) e prosegue segnalando come la manipolazione dell’informazione
realizzata dai media occidentali rischi di spingere l’opinione pubblica verso una
nuova guerra contro l’Islam. In una nuova serie di reportage intitolata “Inside”,
il 28 ottobre successivo, sfruttando sapienti effetti grafici, Cantlie, passato
ormai da ostaggio a testimonial, compare sul fronte curdo, ormai vestito di nero
come i miliziani, per mostrare Kobane assediata(122), interpretando il ruolo di
inviato speciale; le immagini, asseritamente riprese dalla telecamera installata su
un drone dell’esercito del Califfato, illustrano una situazione calma, decisamen-
te surreale per una città al centro di un conflitto militare, ma funzionale a tra-
smettere una sensazione di serenità, di ineluttabilità degli eventi, come del resto
viene sottolineato al termine del video, laddove appare scontato che i mujaheddin
otterranno la vittoria, grazie alla loro specializzazione nella guerriglia urbana.

      la comunicazione di questo senso di normalità, calma, ordine, efficienza
corrisponde all’esigenza di confermare la superiorità militare dell’esercito del
Califfato ma soprattutto di fornire l’immagine di una terra promessa verso la
quale migrare, una terra che specularmente è pronta ad ospitare non solo muja-
heddin, ma anche le relative famiglie con le rispettive spose occidentali.
l’obiettivo viene messo a fuoco con i reportage sempre della serie “Inside”, diffusi
il 3 gennaio 2015(123) ed il 9 febbraio successivo(124), ove rispettivamente Cantlie
percorre in motocicletta le strade di Mosul e nella Aleppo travolta da anni di
guerra civile mostra prima un silos di grano distribuito alla popolazione a prezzi
più bassi di quelli di mercato, poi una scuola dove si recita il Corano; anche
l’educazione dei giovani entra quindi nella propaganda, così come la giustizia,
quando in chiusura del filmato viene ripresa la sala d’attesa di un tribunale della
sharia, la legge islamica definita dallo stesso Cantlie “giusta e semplice”.

(121) - Cfr. www.youtube.com/watch?v=vcew3qmidRI. la condanna a morte di Cantlie, sospesa
        per consentirgli di dirigere il programma di propaganda, avrebbe dovuto essere eseguita
        dopo la settima puntata.

(122) - Cfr. www.youtube.com/watch?v=CQSwgBkgb60. la puntata è intitolata Inside al Islam.
(123) - Cfr. www.youtube.com/watch?v=Rn3ktXblzlY. la puntata è intitolataInside Mosul.
(124) - Cfr. www.youtube.com/watch?v=vSp8_IAnc48.

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