Page 96 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      nella Relazione, in particolare, si legge che “nel mese di ottobre e novembre
2013, i giornalisti che lavorano per i canali televisivi internazionali sono stati uccisi nella
città di Aleppo. Da quel momento, operatori dei media sono scomparsi in 8 aree controllate
dall’ISIS; scomparsi, la loro sorte rimane sconosciuta. Intorno al 19 agosto ed il 2 settembre
2014, sono stati giustiziati due giornalisti americani. Il 13 settembre 2014,è stato giustizia-
to un operatore umanitario britannico. Tutti e tre erano stati rapiti e detenuti in Siria. Il
gruppo ha filmato le esecuzioni, nel tentativo di influenzare la politica internazionale e gli
attacchi aerei previsti sulle loro posizioni”.

      Corrispondenti esteri e giornalisti locali vengono quindi rapiti, torturati e
giustiziati quando non osservano le direttive impartite e, senza autorizzazione
fotografano o riprendono qualsiasi attività dei miliziani. Anche ai giornalisti che
lavorano per documentare le violazioni e gli abusi subiti dalle comunità locali,
secondo la Relazione delle nazioni Unite “è stata negata la protezione speciale di
diritto umanitario internazionale e sono scomparsi, arrestati, torturati e uccisi”.

      non è un caso che il 2 dicembre 2015, Dā‘ish abbia proibito le televisioni
satellitari nei territori controllati, dando, in esclusiva, una copia dell’ordinanza
emessa dalla Diwan al-hisbah, la polizia islamica che sovrintende alla pubblica
moralità, ad un’agenzia di stampa che troveremo sempre più presente nei mesi
successivi: Amaq News Agency(109).

      Il Califfato ha dunque proibito televisione satellitare(110) e giornali per scon-
giurare il rischio che la manovra di disinformazione che la coalizione avversaria
attua potesse contaminare la popolazione. l’intenzione di monopolizzare le tra-
smissioni televisive ha alimentato probabilmente il progetto di far nascere una
tv del Califfato, Khilafalive che avrebbe dovuto ispirarsi al modello statunitense
della Cnn(111).

      Ma se diversi giornalisti occidentali sono stati uccisi o perseguitati, in una
seconda fase Dā‘ish ha adottato una politica apparentemente più trasparente,
permettendo ad alcuni di loro di visitare parzialmente i territori controllati al

(109) - Cfr. https://halummu.wordpress.com/2015/12/30/diwan-al-hisbah-bans-satellite-tv/.
        nell’ordinanza, viene bandita la vendita, la promozione, la distribuzione, l’uso e la riparazio-
        ne delle parabole della Tv satellitare in tutti i territori dello Stato Islamico per “proteggere
        i nostri figli e la religione del nostro popolo dalla corruzione”.

(110) - Cfr. https://halummu.wordpress.com/category/amaq-news-agency/
(111) - Bruno BAllARDInI, ISIS il marketing dell’apocalisse, Ballardini & Castoldi, Milano, 2015.

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