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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

efficace criptatura delle comunicazioni tra le componenti jihadiste, conferendo
quindi un livello molto elevato di sicurezza ad interventi simultanei pianificati
ed eseguiti in luoghi diversi, preservando infine agevolmente il ripristino dei
collegamenti anche nelle fasi successive.

      proprio in relazione alla sicurezza, le strategie comunicative di Dā‘ish
coniugano efficacemente le esigenze di pervasività della diffusione della sua
narrativa con quelle di una adeguata protezione dei circuiti attraverso i quali la
disseminazione avviene: produzioni cinematografiche di al-Furqan ed al-Hayat
Media Center, dai brevi video alle docufictions; network dei social media assicurato da
centinaia di migliaia di account disponibili in rete; periodici, brochure, magazine, libri
e-book. Se l’autentico motore della comunicazione di Dā‘ish non può che essere
individuato nello spirito utopico del suo progetto, la macchina della propaganda
non è fisicamente individuabile in uno strumento od in un complesso di stru-
menti localizzabili, così come non è stata concepita la realizzazione di un sito
web istituzionale, tramite il quale diffondere il messaggio ufficiale del Califfato.

      la scelta del network, e di adottare il sistema della rete delle reti, implica da
un lato una scelta di decentramento dell’informazione che garantisce aderenza,
dall’altro una attenzione massima a scongiurare il rischio che le armi comunica-
tive utilizzate siano georeferenziabili e quindi vulnerabili. Al tempo stesso quin-
di, a fronte dell’assoluta centralità di una leadership che non tollera eresie, il
Califfato ha dimostrato di saper gestire e coordinare molto bene le realtà locali
delle province, ciascuna delle quali è responsabile tanto della produzione di
video propri quanto della creazione degli account sui social.

      A tal proposito, altrettanto interessante è osservare come sia stato il mede-
simo Califfato a descrivere le proprie scelte di decentramento della comunica-
zione, dipingendo un vero e proprio autoritratto nel libro The Islamic State(107),
ove peraltro si affrontano gli aspetti evolutivi delle strategie utilizzate per dif-
fondere la narrativa: da una chiusura totale alla ricerca di una sempre maggiore
trasparenza, quale più moderno strumento di propaganda.

(107) - Cfr. ottavo volume distribuito, in formato e-book, a partire dal mese di gennaio 2015 dalla
        Black flags Books, pag. 76 in Marco loMBARDI, “IS 2.0 e molto altro: il progetto di comunica-
        zione del califfato”, in Monica MAggIonI e paolo MAgRI, Twitter e jihad: la comunicazione
        dell’Isis, epoké, 2015, novi ligure (Al), 2015 pagg. 91-135.

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