Page 88 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE
Al-zarqawi, leader qaedista in Iraq, più che per essere il padre spirituale di
Dā‘ish e l’ispiratore della sua violenza indiscriminata e sanguinaria, è noto per-
ché il 7 maggio 2004, a Baghdad - in evidente difficoltà con i vertici di al-Qaeda
che non intendevano legittimarne né il ruolo né le azioni - decapitava nickolas
Berg in tuta da prigioniero di guantanamo(100), inaugurando una scia dell’orrore
fatta di video artigianali e disumana crudeltà che, attraverso gli statunitensi olin
eugene Armstrong e Jack hensley nonché il britannico Kenneth Bigley, sareb-
be arrivata sino a James foley, a partire dal quale la continuità veniva assicurata
dal macellaio Jihadi John; sullo sfondo, la consapevolezza che le video-decapi-
tazioni seriali - oramai divenute altamente professionali nell’inquadratura delle
immagini e nel montaggio - anche dopo anni, continuano a coinvolgere le
comunità virtuali, mentre mediaticamente risulta quasi completamente oscurata
l’autoproclamazione del Califfato da Mosul. nel tentativo di massimizzare gli
effetti della comunicazione, il terrorismo di Dā‘ish cerca, attraverso l’ipervio-
lenza e l’annientamento della dignità dell’individuo ridotto a bestia da sgozzare,
l’orrorismo; ma quest’ultimo si evolve “verso l’immaginario e gli stilemi del genere hor-
ror-splatter, il passaggio dalla finzione alla realtà, dalla rappresentazione cinematografica
alla sua messa in opera”. Dall’orrorismo si passa così all’horrorismo, il cui “fine non è
più l’annientamento della vittima, ma quello di garantirle una sopravvivenza mediatica oltre
la morte, affinchè il suo fantasma digitale possa girare per il mondo disgustando e attraendo
allo stesso tempo”(101).
Alla disseminazione globale di questi video, molti dei quali originariamen-
te assemblati in modo amatoriale, ha peraltro contribuito notevolmente al-
Jazeera, utilizzando il canale televisivo satellitare dando uno spazio ufficiale ed
insperato alla macchina della propaganda del Califfato; ma anche costruendo ed
amplificando le paure, veri testimonial del binomio terrorismo-comunicazione.
perché il terrorismo, da sempre, è comunicazione e finalizza ad essa il proprio
agire, così come di essa si alimenta per sopravvivere e darsi un significato.
(100) - Azione orroristica di pura comunicazione, al-zarqawi conseguiva il risultato entro la fine
dello stesso anno 2004, quando Bin laden invocava l’unificazione dei gruppi jihadisti sotto una
sola norma, che riconosca in al-Zarqawi l’emiro di al-Qaeda in Iraq. Cfr. www.aljazeera.net/mri-
tems/streams/2004/12/27.
(101) - Cfr. elisabetta SAnToRI, (ICSA) horrorismo. videoestetica del terrore nel Califfato isla-
mico, in laicità o barbarie, Micromega, 4/2015.
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