Page 87 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO
I video-shock di questi barbari omicidi sono stati tutti diffusi in rete ed in
particolare:
- il 19 agosto 2014, del fotoreporter americano James Wright foley, cat-
turato in Siria il 22 novembre 2012;
- il 2 settembre 2014, del giornalista americano di origine ebraica Steven
Sotloff, rapito il 4 agosto 2013;
- il 13 settembre 2014, dell’ex-ingegnere aeronautico della Royal Air
force e operatore umanitario britannico David haines, catturato nel marzo
2013;
- il 3 ottobre 2014, del tassista di Salford, volontario in Siria per fornire
aiuti alla popolazione, Alan henning, catturato a Al-Dana il 27 dicembre 2013;
l 16 novembre 2014, dell’ex-Ranger dell’esercito degli Stati Uniti e ope-
ratore umanitario peter Kassig, rapito il 1º ottobre 2013;
- Il gennaio 2015, dei giapponesi haruna Yukawa e Kenji goto, catturati
rispettivamente nell’agosto ed ottobre precedenti, per i quali veniva richiesto al
paese di origine un riscatto milionario.
Se centinaia di carnefici jihadisti hanno replicato in questi anni le gesta di
Jihadi John senza essere immortalati dal focus delle telecamere, questi è stato
l’ispiratore di una barbarie seriale esportata nel mondo per parlarci ogni giorno
della incombente vendetta del Califfato. e poiché la macchina della propaganda
non deve sfornare soltanto terrore ed orrore, ecco affiancarsi al boia britannico
un’altra icona, quella di John Cantlie - di cui si dirà nel successivo capitolo
III.1.2.- passato, grazie alle sue competenze specialistiche, da prigioniero a pre-
zioso testimonial, assurgendo al rango di reporter ufficiale chiamato a documenta-
re la normalità della vita nei territori sotto il controllo del Califfato ed a pro-
muovere per conto di Dā‘ish l’egira.
L’appeal di questi documentari non riesce tuttavia ad imporsi sulle centinaia
di migliaia di click che hanno permesso di attivare la riproduzione dei video
dell’orrore. Sgozzamenti, annegamenti di massa, attentatori suicidi, le storie del-
l’orrore divengono e restano centrali nell’interesse voyeuristico delle shock commu-
nities su scala mondiale; al loro interno vengono condivisi video di natura vio-
lenta che vanno dagli atti sessuali estremi all’autolesionismo, alle aggressioni di
gruppo, sino alle mutilazioni ed alle esecuzioni capitali.
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