Page 81 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

riparata in norvegia durante la dittatura nel proprio paese; il giovane viene
ripreso al centro di una distesa desertica interminabile, in uno spazio indefinito
- verosimilmente a cavaliere del confine siriano-iracheno - ed apparentemente
infinito che introduce la dimensione senza confini del progetto appena inaugu-
rato dal Califfato, come è stato puntualmente osservato(85).

      Il linguaggio simbolico del cosmopolitismo combattente, più che evidente
anche nella scelta di far illustrare Dā‘ish ad uno straniero vissuto e formatosi in
occidente, trasmette un messaggio efficace di non sottovalutabile pregnanza. è
la prosecuzione di una sofisticata operazione di marketing che, nell’ispirarsi ai
valori islamici originari, sottolinea la propria purezza ed autorevolezza richia-
mando la linea diretta con il profeta della leadership di al-Baghdādī, discendente
dai Quraysh come Muhammad; la propria unicità in raffronto a qualsiasi altro
protagonista del jihad, ad incominciare da al-Qaeda, o sue filiazioni ed affiliazio-
ni, creando così una vera e propria corporate identity(86); la conseguente affidabilità
del progetto risiede anche nell’andare al di là di ogni differenza etnica, presen-
tandosi come inarrestabile ed inevitabile. Una cura maniacale viene quindi dedi-
cata a delinearne e riprodurne l’immagine complessiva, connotandola di una
estrema valenza simbolica e di una forza attrattiva notevole, diffusa in tutto il
mondo ove, per molti, il sedicente Islamic State non soltanto è sinonimo di garan-
zia, ma ha acquisito progressivamente un senso capace di trascendere il proprio
stesso marchio commerciale: offrendo un mondo immaginario nel quale potersi
riconoscere; soddisfacendo i frustrati bisogni di appartenenza e sicurezza; favo-
rendo lo spirito di emulazione verso chi ha già fatto la sua scelta “responsabile”
abbracciando il jihad. Intorno al proprio brand(87) fondato sull’ideologia salafita
radicale, nella formula jihadista violenta ed aggressiva di Sayyid Qutb, permeata
dal pensiero wahabita, si coagulano quindi le spinte messianiche che, superando

(85) - Cfr. Monica MAggIonI, Lo Stato Islamico: una sorpresa solo per chi lo racconta, in Monica
       MAggIonI e paolo MAgRI, Twitter e jihad: la comunicazione dell’Isis, epoké, 2015, novi
       ligure (Al), 2015 pagg. 55-91.

(86) - Arije AnTInoRI, La mediamorfosi del terrorismo jihadista tra iconoclastia estato sociale, op. cit.,
       2015, pag. 5.

(87) - Segno emblematico di identificazione di un prodotto o di un servizio che ne individua gli ele-
       menti caratteristici. In questo caso, il significato va oltre quello di semplice marchio e compren-
       de anche le differenze, la storia, le aspettative, divenendo un fattore comunicativo essenziale.

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