Page 77 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      Infine, l’appeal provocato negli altri schieramenti jihadisti ne vince la latente
disaffezione, riuscendo a cooptare nuove leve sotto l’egida di un pregiudizio
settario contro il non essere musulmani ortodossi ed osservanti con un odio
ancestrale per le altre fedi: emblematica la devastazione dei santuari sciiti. Su
questo fronte, spinto dalla necessità di consolidare la struttura evitando ogni
tipo di cedimento morale, Dā‘ish risulta intollerante e brutale anche nei con-
fronti dei civili innocenti, attirandosi le medesime critiche che avevano indotto
al-Qaeda a stigmatizzare la violenza sanguinaria e gratuita di al-zarqawi in Iraq.
nonostante alcune analogie di fondo, oltre ad una comune capacità di attrazio-
ne, oggi le due organizzazioni si contendono a livello globale la supremazia di
protagonisti del terrorismo transnazionale. In tale quadro, specularmente al
confronto tra al-Qaeda tradizionale ed il regime del Califfato si registra il dibat-
tito sui forum islamici che prendono parte per l’uno o per l’altro; e proprio dal-
l’esame di forum vicini a Dā‘ish, come Platform Media, Tahaddi e Shumuk è per
altro interessante evidenziare come l’ambizione di affermare egemonicamente
la propria ideologia rispetto ad altre formule di governo islamiche abbia ispirato
una vera e propria campagna promossa presso le organizzazioni qaediste in fran-
chising per ottenerne la sottomissione all’autorità di al-Baghdadi. Dā‘ish si
muove in teatro di operazioni come un esercito organizzato secondo lo slogan
Baqiya wa tatamaddad, resistere ed espandersi, mentre il disinteresse di al-Qaeda
per il controllo territoriale, se non come obiettivo a lungo termine, si sposa con
la spettacolarizzazione degli attacchi per ottenere un risonante effetto mediati-
co: dall’attentato alle Twin Towers magistralmente concepito a Charlie Hebdo,
obiettivo enucleato nella rivista Inspire sin dal marzo 2013 e rivendicato poi dalle
stesse organizzazioni qaediste. Ma la ricerca della spettacolarizzazione dell’or-
rore è curata con ancor più sadica efficienza anche dalle milizie del Califfato, in
una dimensione globale e pervasiva della comunicazione, ove Dā‘ish ha dimo-
strato capacità tecniche notevolmente superiori, funzionali a massimizzare i
risultati ottenibili. Dalla qualità della produzione, alla pervasività e capillarità
della comunicazione costantemente gestita su piattaforme mediali diverse per
moltiplicarne gli effetti e sfruttarne la risonanza, la strategia della paura mira
oggi evidentemente alla destabilizzazione dell’occidente ed a provocare un
conflitto tra religioni.

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