Page 75 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      gli attacchi alla stazione di Madrid, in Spagna, ed alla metropolitana di
londra, in gran Bretagna - ove una attenta e pronta controinformazione ha
peraltro contribuito all’epoca a contenere gli effetti propagandistici - pur deva-
stanti sul piano dell’impatto e delle vittime, non hanno raggiunto gli stessi livelli
di spettacolarizzazione, non conseguendo pienamente il risultato auspicato di
riproporre con la precedente intensità il teatro della crudeltà. Anche il successivo
tentativo di mantenere elevato il livello di attrattiva della potenza visiva che
peraltro rende la televisione, all’insorgere delle emergenze, il media più appetito,
è stato realizzato soprattutto attraverso i video seriali incentrati sulle multiformi
apparizioni del leader di al-Qaeda. la minaccia rivolta costantemente al mondo
occidentale e l’affermarsi come guida spirituale attuale ed autentica della comu-
nità islamica è il doppio messaggio che si proponeva Bin laden, da un lato
emiro capace di spogliarsi delle sue ricchezze vicino ai musulmani più indigenti,
dall’altro profeta perseguitato, ove copricapo e kalashnikov si alternano per
esaltarne l’immagine ora di imam ora di guerrigliero. la parabola è tuttavia
discendente e per una organizzazione che aveva impostato la sua strategia
comunicativa sulla spettacolarizzazione della morte evidenzia come il profilo
spiccatamente propagandistico subentri alla guerra psicologica qaedista.

      Diversamente, più complessa e articolata risulta sin dagli albori la strategia
comunicativa adottata da Dā‘ish, per cui l’obiettivo rispetto ad al-Qaeda è dive-
nuto anche più puntuale, il percorso più logico, lineare, coerente e credibile: si
tratta innanzi tutto di accreditarsi come entità statuale in grado di esercitare il
controllo dei territori conquistati grazie ad un sistema istituzionale ed infra-
strutturale efficente. Sulla scia dell’esperienza maturata dalle organizzazioni
qaediste, Dā‘ish adotta una strategia comunicativa che si muove ancora una
volta in direzione sia della propaganda tradizionale - adattata ora ai rituali rap ed
agli scenari virtuali dei videogames ora alla riproposizione di schemi consumistici
occidentali - sia della spettacolarizzazione dell’orrore, inaugurata con le video-
decapitazioni seriali(78) ed esacerbata con raccapriccianti esecuzioni capitali

(78) - A titolo esemplificativo, è del novembre 2014, il video Although the disbelievers dislike it diffuso
       da Dā’ish che, oltre a documentare lo sgozzamento di una ventina di ostaggi siriani, testimo-
       nia tra l’altro la diversa etnia del carnefice, sottolineando come il Califfato distrugga ogni
       frontiera e che ciascun convertito, indipendentemente dalla sua appartenenze etnica, può tro-
       vare protezione sotto il suo stendardo.

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