Page 80 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      le parole del portavoce al-Adnani vanno tuttavia ben oltre l’affermazione
che il Califfato “è il sogno di ogni musulmano e il desiderio di ogni jihadista”, quando si
rivolgono ai gruppi concorrenti sottolineando che“non esiste alcuna scusa religiosa
per non sostenere questo Stato. Sappiate che con la nascita del Califfato i vostri gruppi hanno
perso legittimità. Nessuno è autorizzato a non prestare giuramento al Califfato”(82).

      Ripropongono, infatti, l’aut-aut dell’o con me o contro di me, assioma che nella
sua semplicità esprime tutta l’efficacia necessaria propria di una minaccia poten-
ziale incombente, coniugata con una offerta di cooptazione irrinunciabile. è
stato osservato che se il sistema mondiale accetta tra i suoi competitors primari gli
Stati “non vi può essere un Califfato senza uno Stato, e viceversa”(83), ove il cyber-jihad con-
tro il nemico vicino e lontano è lo strumento per moltiplicare la propria capacità
espansiva e stabilire interconnessioni tanto nei social network quanto nelle più
ristrette communities di utenti, come esaminato nel successivo capitolo III.2.9. e
con il nome di Islamic State, Dā‘ish individua uno spazio sovranazionale fondato
sull’abbattimento dei confini preesistenti, ma interessato ad espandere a dismi-
sura i propri: scegliendo un brand capace, almeno astrattamente, di consentirgli
la competizione con gli altri protagonisti statuali della complessità delle relazio-
ni internazionali; attuando cioè quella emancipazione dalla dimensione di solo
terrore e di minaccia asimmetrica che è stata preclusa ad al-Qaeda proprio in
ragione della strategia adottata.

      Ancora una volta il Califfato opta per il ricorso contestuale a molteplici
canali comunicativi e piattaforme mediali per massimizzare il risultato: il primo
coltivato da al-furqan media foundation, l’ultimo da al-hayat ed al-I’tisam, cen-
tri mediali della propaganda jihadista di cui si tratterà più approfonditamente nel
successivo capitolo. A riguardo, vale tuttavia la pena di cogliere pienamente la
portata della comparsa, nel video relativo a Sykes-picot, di uno speaker che, a
dispetto del nome, Abu Safiyya(84), in realtà è di orgine cilena, nato da famiglia

(82) - Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=vooRW63ioY0.
(83) - Arije AnTInoRI, La mediamorfosi del terrorismo jihadista tra iconoclastia estato sociale, in Rivista di

       diritto pubblico italiano comparato europeo, I federalismi.it, Roma, settembre 2015, pag. 9.
(84) - Alias del 25enne Bastián vásquez appartiene ad una famiglia trasferitasi in norvegia durante

       il periodo dittatoriale in Cile; dopo aver frequentato un guppo hip hop nel 2009-2010, si radi-
       calizza avvicinandosi ad un iracheno sunnita noto alle Autorità locali per le sue posizioni
       radicali.

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