Page 70 - Rassegna 3-2016
P. 70

IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

sivi capitoli III e v. parimenti, le rispettive insignificanti quotidianità che prece-
dono l’atto finale costituiscono sempre più spesso il focus delle telecamere per
essere trasformate, con lucidità imbarazzante, in altrettanti macabri testimonial.
Il viaggio senza ritorno, per compiere il quale sono stati ingaggiati e per cui
hanno ricevuto lo spicciolo addestramento necessario, si dipinge così di tinte
forti e prospettive eroiche, mentre il video-testamento sembra voler ricordare
che anche il percorso verso il martirio è un percorso gagliardo, trionfalistico e
gioioso. Sennonché i destinatari di questa narrativa perversa sono proprio altri
giovani, cresciuti in ogni dove per essere trascinati nella follia di un progetto che
risuona di falsi ideali di giustizia tradita e di un incontenibile bisogno di rivalsa
verso un mondo, quello occidentale soprattutto, percepito come corrotto,
aggressivo, emarginante e verso il quale ciascuno di loro cova in cuor suo l’in-
condizionato desiderio di ribellione, nella solitudine degli scenari virtuali misti-
ficanti cui è oramai avvezzo. In questa direzione, la strategia comunicativa del
Califfato fa leva sul modello di un terrorismo mediatico che i gruppi qaedisti
non avevano saputo valorizzare, facendo ora prevalere l’identità del combatten-
te rispetto all’azione simbolica ed assicurando quindi anche allo spontaneismo
jihadista quella visibilità prima consentita soltanto ai pochi esponenti di vertice
di al-Qaeda, opportunamente mitizzati.

      errore di base, quindi, quello della comunicazione qaedista che ha rinun-
ciato a massimizzare i meccanismi della propaganda, riducendone fortemente
quell’appeal che in una società occidentale è anche stimolato dalla possibilità di
esibizione ed ostentazione di se stessi, con quell’alone tipicamente narcisistico
che permea la maggior parte delle dinamiche dei social media e, conseguentemen-
te, la maggior parte dei fruitori, per i quali troppo spesso disgusto e fascinazio-
ne hanno una medesima declinazione.

      Con un’epica fortemente catalizzante, Dā‘ish rivolge la propria narrativa
anche alle altre realtà jihadiste per assicurarsene il coinvolgimento emozionale ed
ideologico, in una sorta di competizione ove la dissennata utopia concreta s’in-
quadra nel panorama globale come fattore di successo; modello vincente in
grado di riscrivere semplicemente le regole dei comportamenti, spazzando via
un troppo complesso strumento normativo percepito come inefficace ed ini-
quo a tal punto da non soddisfare più le aspettative di molti giovani.

68
   65   66   67   68   69   70   71   72   73   74   75