Page 67 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      Tramite questi ultimi, i cui costi risultano inversamente proporzionati alla
velocità della trasmissione dei messaggi, il Califfato ha assunto, nel panorama
internazionale, una rilevanza politica insperata; così come, a prescindere dalla
pervasività, capacità di penetrazione, accessibilità ed istantaneità del flusso
informativo, altrettanto insperate sarebbero state la condivisione e la visibilità
raggiunte - non per ultimo il consenso e l’appeal ottenuto in alcune fasce non-
integrate della popolazione occidentale. Rispetto alla cronologia degli eventi, la
particolare rapidità ed aderenza della diffusione dell’informazione su piattafor-
me comunicative differenti e concorrenti ha quindi consentito di moltiplicare
gli effetti desiderati sfruttandone la rispettiva risonanza ed amplificando la
capacità della struttura di dominare la dimensione temporale; anche i circuiti
tradizionali delle agenzie di stampa occidentali sono apparsi meramente serven-
ti e soggetti ad un innesco globale programmato e controllato da remoto, men-
tre avrebbero probabilmente potuto essere utilizzati dagli Stati in modo più
consapevole, efficace e coordinato per sviluppare la controinformazione e la
contropropaganda, contenendo gli effetti della strategia del terrore(70).

      nonostante l’asimmetria degli obiettivi, peraltro non sempre palesemente
espressi, nella dialettica del confronto tra le strategie del Califfato e gli altri atto-
ri in campo, il primo sembra beneficiare non soltanto dell’esito favorevole delle
operazioni concluse, genericamente declinate come successi militari di straordi-
naria valenza ed inarrestabile cadenza, bensì anche della spacciata rilevanza dei
traguardi che il jihadismo si appresta a conseguire, secondo l’imperativo “resistere
ed espandersi”: tra questi, l’intensità del convincimento e del coinvolgimento idea-
le ed emotivo di sempre nuove risorse umane, schierate a favore nel teatro di
guerra e l’enfasi data all’asserito consenso interno ed all’apparente crescente
consenso esterno di parte della popolazione islamica radicata nei paesi occiden-
tali, come conseguenza di una manovra comunicativa di successo. va da sè che
l’efficace conduzione delle attività sul piano squisitamente militare è destinata a
rimanere soltanto uno degli aspetti di una strategia complessiva, e ben più arti-
colata, realizzata da Dā‘ish, ove la capacità comunicativa riveste e rivestirà un
ruolo di primo piano.

(70) - Sin dal secolo scorso, le agenzie di stampa sono state uno strumento importante in politica
       estera, utilizzate dai governi per sviluppare una narrativa consona agli obiettivi da conseguire.

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