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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE
la rete costituisce quindi il primo contatto dell’organizzazione con gli
adepti, volto ad innescare una vera e propria escalation ideologica dei suoi mem-
bri, al termine della quale una sorta di talent scout avvia la fase del reclutamento
nella quale vengono coinvolti solo gli interlocutori più estremisti, affidabili e
spendibili per le intrinseche caratteristiche rilevate. esiste tuttavia un ulteriore
livello della selezione operata dai gruppi sharia4, che talora si sono anche occu-
pati di sostenere i costi di trasferimento dei seguaci verso i teatri d’operazione.
l’interesse ad accaparrarsi professionalità specialistiche è il principio ispiratore
di questa più accurata inchiesta che viene svolta per ingaggiare tecnici e registi
cinematografici, esperti della comunicazione, medici, ingegneri ed amministra-
tori convertiti, da inserire nei gangli istituzionali del sedicente Stato, a fronte
della promessa di lauti guadagni.
le motivazioni dietro al flusso dei foreign fighters non sono riconducibili allo
stereotipo per cui il fattore scatenante sarebbe la percezione condivisa che
l’Islam è sotto l’attacco delle grandi potenze capitalistiche occidentali. A fattor
comune, esiste certamente la percezione dell’obbligo di difendere la comunità
musulmana dalle aggressioni occidentali, ma non è chiaro l’effettivo ruolo che
questo giochi in relazione al desiderio di far parte di un momento storico epo-
cale, quale bisogno individuale di riconoscimento, di affermazione e di identità,
ma anche di protezione; e di soddisfare, infine, un desiderio di appartenenza eli-
taria in un’atmosfera gloriosa, per vivere un momento eroico, per ritornare da
eroi nella comunità originaria. Motivazioni individuali anche profondamente
diverse quindi, di natura psicologica, spesso maturate negli stessi social, sulla
base della dialettica interna a ristrette cerchie di internauti.
Molti processi di radicalizzazione si sono perfezionati nell’ambito carcera-
rio e ciò ha riguardato anche esponenti di vertice dell’organizzazione, come al-
zarqawi e lo stesso al-Baghdādī. Ma la maggior parte degli elementi di vertice
di Dā‘ish hanno fraternizzato nelle prigioni americane in Iraq e dopo la libera-
zione hanno ripreso i contatti con i loro codetenuti. Anche l’attuale leader di al-
Qaeda, Ayman al-awāhirī, realizzò una prima rete terroristica nelle prigioni egi-
ziane. e la radicalizzazione dei fratelli Kouachi, autori dell’attacco terroristico a
Charlie hebdo, è avvenuta in carcere. proprio in francia, si sono registrati
numerosi casi in cui gli aspiranti jihadisti, con differenti trascorsi criminali,
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