Page 60 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE
Jerusalem in egitto, Liwa Ahrar Al-Sunna in Baalbekin libano, Boko Haram in
nigeria, al-Shabaab in Somalia, Mujahideen of Yemen e Supporters for the Islamic State
in Yemen o connettendosi con gli altri gruppi jihadisti attivi in Mauritania,
Sudan, Ciad e Mali.
le radici di questa indiscriminata violenza nei confronti del mondo
musulmano e non affondano nello spirito dei movimenti takfiristi(61) egiziani
degli anni ’70 fuoriusciti dai Fratelli Musulmani o dello stesso GIA algerino, che
lanciano l’anatema nei confronti dei falsi credenti tacciati di non praticare
l’Islam puro e verso il cosiddetto mondo della jahiliyya (ignoranza).
Il quadro delineato risulta allarmante per la sua gravità e complessità. Da
un lato, infatti, sull’onda di questo panislamismo sovranazionale, il portavoce
al-Adnani, nella lettera aperta all’inizio del mese di Ramadan 2014(62), condanna
ogni compromesso con le autorità statuali diverse dal Califfato, quindi “frutto di
conquista e di conseguenza foriero di distruzione, corruzione, ingiustizia, terrore e riduzione
dell’essere umano al livello animale”; mentre l’accusa rivolta a tutti i regimi succedu-
tisi nella terra dell’Islam di collusione con l’occidente, cui avrebbero svenduto
la causa araba, discende da un programma di espansione globale del jihad ben
oltre i fronti attuali(63).
Dall’altro, questa liquidazione del nazionalismo arabo, come prodotto del
pensiero moderno occidentale non appare così pacifica nè l’ideale panislamico
così scontato. Basti considerare come gli ideali propri del nazionalismo abbiano
fatto ingresso nel mondo musulmano e si siano affermati progressivamente(64),
(61) - Cfr. nota a piè di pagina n. 21. Un primo riscontro storico del takfirismo risale all’epoca dei
quattro Califfi “ben diretti” e si sostanzia nella secessione del movimento kharagita dal quar-
to Califfo, Alì, accusato di avere accettato l’arbitrato nel corso della battaglia di Siffin con il
governatore siriano ribelle Mu’awiya, ma ritenuto responsabile, alla stregua degli altri suoi tre
predecessori, di essersi allontanato dagli insegnamenti di Muhammad.
(62) - Cfr. https://sites.google.com/site/islam201407260145/miscellaneous-files/archive-for-al-
hayat-media-ceter/translated-official-speeches/-this-is-the-promise-of-allah-sh-abu-
muhammad-al.adnani.
(63) - Cfr. www.tempi.it Il 1° luglio 2014, Dā’ish ha pubblicato la mappa dei territori che intende
occupare entro il 2020, tra cui il Medio oriente, il nord Africa, i Balcani, buona parte
dell’Asia occidentale e la penisola iberica.
(64) - emblematica la rivendicazione di un territorio e di un popolo, oltre che di una identità reli-
giosa da parte di hamas (harakat al-Muqawama al-Islamiyya, organizzazione terroristica
paramilitare fondata nel 1987 per combattere la presenza israeliana in palestina.
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