Page 61 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

forse come unica prospettiva concreta per competere con i paesi occidentali
sullo stesso piano, forse anche come conseguenza di un processo di arabizza-
zione spesso innescato, ma mai effettivamente compiuto da un soggetto geo-
politico autorevole.

      Il futuro resta pertanto profondamente incerto, con un presente che
ripropone il rapporto ambiguo di sempre tra il mondo arabo e quello occiden-
tale, paradossalmente considerato al tempo stesso modello da emulare ed osta-
colo da abbattere per conseguire la rivendicazione della propria identità all’in-
terno della comunità internazionale(65).

      Un paradosso che ritroviamo nelle strategie comunicative di Dā‘ish, ove la
narrativa riferita alle più antiche attese messianiche è stata abilmente recuperata
e disseminata grazie al ricorso a sofisticati strumenti digitali messi a disposizio-
ne dalle più moderne tecnologie informatiche. Così come la diffusione sui social
delle immagini proposte nei diversi reportage della propaganda terroristica si
conferma, al di là delle affermazioni di principio, uno straordinario strumento
per rassicurare sulle condizioni di vita normale nei territori controllati dal
Califfato, ancora una volta ispirato al modello occidentale, come emergerà dal-
l’analisi compendiata nel successivo capitolo III.

d. I processi di radicalizzazione ed i circuiti del reclutamento

      non è un elemento di novità storica, che la volontà di perseguire i propri
ideali, in modo anche violento o illegittimo, abbia da sempre indotto i più deter-
minati ad abbracciare cause per le quali si combatte in terre straniere, recidendo,
anche se talora soltanto temporaneamente, i legami con il paese di origine per
arruolarsi nelle fila rivoluzionarie. In un recente passato, a seguito della propa-
ganda qaedista, molti attivisti islamisti hanno raggiunto, da tutto il mondo, oltre
che la regione a cavaliere di Afghanistan e pakistan, anche l’Iraq, la regione
nord-africana e quella del Sahel, la Somalia, la Bosnia, la Cecenia, l’Uzbekistan
o lo Yemen. Almeno dal 2010, la Siria ha registrato un fenomeno di proporzioni
crescenti, mentre dal nord Africa sono molti i combattenti stranieri attratti in
libia.

(65) - Cfr. paolo BRAnCA, Il Califfato tra storia e mito, in Working paper no. 55, ISpI, Marzo 2015.

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