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STORIA E CULTURA MILITARE

La sorte di Roma

      si registrano ovunque atti di grande eroismo, ma occorre far ricorso solo
all’iniziativa ed al coraggio di cui sapranno dare prova tanti reparti, in partico-
lare di Carabinieri.

      All’alba del 9 settembre 700 parà tedeschi vengono aviolanciati su
monterotondo con lo scopo di impadronirsi del Castello orsini, sede di cam-
pagna dello stato maggiore dell’E.I., difesa da 1.600 uomini agli ordini del Col.
Giuseppe Angelini; tra essi un centinaio di Carabinieri della 2^ Compagnia CC
dello smRE e della locale stazione, agli ordini del ten. Raffaele Vessichelli. La
difesa si sviluppa concentricamente per permettere lo sgombero degli archivi
classificati; il Carabiniere Giuseppe Cannata muore in combattimento e sarà
decorato di medaglia d’Argento al Valor militare alla memoria, altri 14
Carabinieri restano feriti. Anche Vessichelli ottiene la medaglia di bronzo al
Valor militare. Alle 18.00, dopo aver perso almeno 300 uomini, il nemico fa sal-
tare con esplosivo l’ingresso e sopraffà la guarnigione.

      sempre il 9 settembre 1943, a mentana, il tenente Fausto Garrone,
Comandante della locale tenenza, difende con successo la cittadina con pochi
Carabinieri e qualche cittadino: ottiene la medaglia di bronzo al Valor militare.

      Alle 13.30 di quello stesso giorno, a Colleferro, una colonna motocoraz-
zata tedesca circonda ed assale la locale tenenza comandata dal sottotenente
Elio Casini: i Carabinieri respingono più assalti finché i tedeschi desistono;
nell’azione cade il Carabiniere Carmine tamburrino, che si era offerto volonta-
rio per una rischiosa ricognizione: otterrà la medaglia di bronzo al Valor
militare alla memoria. ma nonostante il coraggio ovunque dimostrato, la man-
canza di ordini chiari e di coordinamento fa sì che le sei Divisioni italiane non
riescano a difendere Roma da truppe tedesche numericamente di gran lunga
inferiori, ma ben armate e determinate: il 10 settembre 1943, alle16.00, nella
sede del Comando del Feldmaresciallo Kesselring di Frascati viene sottoscritto
dal Generale Calvi di bergolo l’accordo di tregua e lo statuto di “Città Aperta”
per Roma viene riconosciuto dai tedeschi.

      Le truppe devono consegnare le armi, ai soli Ufficiali è lasciata la pistola;
le Unità devono essere sciolte, con facoltà di congedarle con bandiere spiegate

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