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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO
so, accreditando la propria vision e legittimando la propria mission.
Ben oltre il semplice auspicio di un sempre più fitto dialogo fra le religioni,
le democrazie occidentali potranno ottenere una vittoria definitiva soltanto riu-
scendo a conquistare le menti ed i cuori delle popolazioni islamiche, ancora
troppo disponibili a giustificare il terrorismo internazionale e ad alimentarlo
con risorse umane e finanziarie: sostenendo la salita al potere di islamisti mode-
rati e aperti alla modernità(245); invertendo la direzione del vettore propagandi-
stico jihadista grazie ad una adeguata e moderna controinformazione; adottando
una più adeguata strategia comunicativa, ma al tempo stesso stimolando la ricer-
ca interdisciplinare(246) ed orientando l’analisi specialistica per comprendere
meglio la comunicazione di Dā‘ish e sviluppare una migliore capacità previsio-
nale in funzione preventiva(247).
Se la pianificazione internazionale di interventi di hard-power in joint-combi-
ned funzionali a smantellare la struttura tecnico-militare di Dā‘ish sembra
imprescindibile, gli effetti dello sradicamento del Califfato dai territori control-
lati potranno essere quindi consolidati soltanto grazie ad un più ampio processo
di pacificazione nei diversi e collegati teatri; sin d’ora, sembrano peraltro esiste-
re spazi concreti per gestire proficuamente un programma mediale di contro-
propaganda globale.
Dā‘ish si è da sempre proposto come forza di stabilità capace, tra l’altro,
di alleviare alla popolazione locale le precedenti prevaricazioni; proprio per que-
sto, la risposta alla guerra di informazione jihadista dovrebbe essere capace di
(245) - Cfr. graham e. fUlleR, The Future of Political Islam, in “foreign Affairs”, new York 2002,
pagg. 48-60.
(246) - Il potenziamento delle relazioni tra intelligence e sistema universitario costituisce, a parere
dello scrivente, una road map per realizzare una migliore selezione delle risorse, sul piano
motivazionale e delle necessarie competenze: dalla sfera sociologica, psicologica, storico-
militare, antropologica e culturale per l’analisi della comunicazione e lo studio delle stretegie
geopolitiche, a quella economico – finanziaria per l’individuazione degli obiettivi sensibili,
dalla preparazione in campo chimico e biologico alla formazione linguistica.
(247) - Da al-Qaeda a Dā’ish, la produzione mediatica ha, il più delle volte, indicato linee strategiche
o sollecitato nuove offensive, anche per anticiparne la legittimazione sul piano militare, ideo-
logico e religioso. per tale ragione, l’analisi della comunicazione, può fornire la chiave di let-
tura e della realtà contingente, interpretando l’hic et nunc della medialità contemporanea nella
prospettiva del domani.
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