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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO
attenuato l’odio di parte delle popolazioni islamiche verso i paesi occidentali in
genere; degli Stati Uniti, della gran Bretagna e della francia, in particolare. I mec-
canismi con cui opera il potere comunicativo sono peraltro più sofisticati e meno
prevedibili, soprattutto se combinati con l’uso della forza, legittimo e non; comu-
nicativo è infatti l’impatto sia delle operazioni militari e delle manovre economiche
sia delle strategie del terrorismo che colpisce, quest’ultimo, obiettivi non necessa-
riamente coincidenti con il proprio avversario, minando la tenuta psicologica delle
popolazioni per perseguire il successo.
per contro, se gli verrà consentito, Dā‘ish continuerà a proporsi di model-
lare le percezioni e le preferenze degli altri per incrementare la propria forza di
attrazione, modificando interessi, valori, riferimenti e prospettive allo scopo di
accrescere la propria leadership e depotenziare le coalizioni avversarie. Il
Califfato hi-tech, attraverso il reclutamento on line di giovani martiri e la brutale
strategia dell’orrore, non sembra infatti temere la morte, ma subirne invece la
fascinazione, secondo un modello tragico che storicamente ha espresso una
tendenza a prevalere. nonostante nessuno dei piani terroristici possa aspirare al
rovesciamento di uno Stato occidentale, la strategia della paura, diventando
endemica, è verosimile possa accrescere la domanda di sicurezza, con il rischio
di determinare conseguenti restrizioni della libertà ed un possibile irrigidimento
xenofobico dell’opinione pubblica verso il diverso.
Allo stato, il contrasto delle reti terroristiche all’interno dei nostri paesi
così come gli interventi militari sul fronte mediorientale appaiono come una
conditio sine qua non sia possibile assicurare la sopravvivenza della nostra identità;
culturale, politica, religiosa. nelle nostre società, e limitatamente alla prospettiva
comunicativa esaminata, la funzione preventiva potrebbe estrinsecarsi nell’im-
piego combinato e sistematico del fattore umano (human intelligence) e della com-
ponente tecnologica (signal intelligence) concorrente con le strategie e le tattiche
di attacco alle reti terroristiche analoghe, nella sostanza, a quelle emerse stori-
camente dall’analisi del fenomeno dell’hackeraggio in direzione delle reti infor-
matiche(238) ovvero, qualora ritenuto più proficuo, il semplice ed attento monito-
raggio in funzione di tracciamento e prevenzione o repressione.
(238) - Cfr. Robert J. DeIBeRT, Janice gRoSS STeIn, Hacking Networks of Terror, in
“International organization, primavera 2002, pagg. 7-14.
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