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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

spazio debba essere riservato al contagio emotivo, che evidentemente aumenta
esponenzialmente l’audience e tuttavia contribuisce, alleandosi con il terrorismo,
a minare le fondamenta dei valori che tengono in piedi la democrazia e il rispet-
to dei diritti umani; e quanto possa essere tollerato un intervento tardivo dei
media per contribuire all’avvio di quell’imprescindibile processo di razionalizza-
zione della paura che assicura la coesione e preserva l’equilibrio tra sicurezza e
libertà. è pacifico come anche attraverso i social network possa essere attivato
l’innesco, per essere poi gestito, amplificato e moltiplicato il relativo flusso
informativo. Da sempre, tuttavia, una situazione di emergenza quale quella pro-
mossa da un attacco terroristico ha trovato soprattutto nella televisione lo spa-
zio necessario e funzionale. Se infatti la prima dimensione ove tentare di ripri-
stinare la normalità è quella delle relazioni affettive, i media vengono subito
dopo, anche come opportunità per provare a ripristinare, il più rapidamente
possibile, il tessuto sociale collassato(218): la televisione, grazie al potere delle
immagini, ha da sempre occupato un ruolo egemonico, seguita da radio e quo-
tidiani. Richiamando la distruzione del World Trade Center l’11 settembre 2001,
ove l’evento mediale aveva scatenato la competizione per conquistare l’audience,
il mezzo televisivo aveva “garantito immediatezza attraverso il flusso di immagini dal
vivo e l’infinita riproposizione del collasso strutturale delle torri”, per cui molte persone,
nonostante avessero assistito alla tragedia, affermarono di non essere riuscite a
“credere a ciò che avevano visto se non dopo essere arrivate a casa ed aver assistito alla coper-
tura dell’evento alla televisione”(219).

      Si parlò infatti a ragione di super-evento-televisivo, ove la televisione fu
responsabile di costruire la rappresentazione fondante in relazione alla quale
tutti gli altri media vennero comparati. Si tratta di una linea di tendenza che, già
all’epoca delle Twin Towers, confermava il trend osservato per altri precedenti
eventi mediali di straordinario impatto e veniva in buona parte riproposta in
occasione degli attentati di parigi, come emerge da un esame speditivo dei dati

(218) - Cfr. Seminario intercattedra sul tema della comunicazione d’emergenza, tenuto il 26 febbra-
        io 2016, presso la Scuola di perfezionamento per le forze di polizia, dal Cons. Carlo
        MoSCA e dal prof. Mario MoRCellInI ai frequentatori del XXXI° Corso di Alta
        formazione.

(219) - Cfr. prefazione di Jay David Bolter all’edizione italana di R. DRUSIn, Remediation.
        Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, guerini editore, Milano 2002, pag. 2.

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