Page 177 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      Come noto, l’Italia è un paese che partecipa alla coalizione internazionale
contro il terrorismo di Dā‘ish, cui spetta conseguentemente la responsabilità di
decidere di fornire il supporto necessario alle operazioni di hard-power concepite,
organizzate e condotte anche da altri Stati membri. In tale quadro, non si può
escludere che possa divenire obiettivo di azioni analoghe a quelle compiute a
parigi od anche soltanto essere nel mirino di attacchi improvvisati nell’alveo del
più semplice spontaneismo.

      oltre al simbolismo di un attacco in direzione della capitale della cristia-
nità, peraltro anche Milano, non soltanto come polo industriale e tecnologico,
ma anche per la relativa valenza culturale dei suoi monumenti, insieme a
venezia e firenze, offrirebbero una apprezzabile notorietà ai potenziali atten-
tatori: in passato, ad alcuni di questi obiettivi ha peraltro già pensato sia la
mafia sicliana sia il secessionismo eversivo dei Serenissimi. peraltro, proprio a
pochi giorni dall’attentato del 13 novembre, tra gli altri quotidiani, la sezione
Esteri dell’edizione del 19 novembre de la Repubblica on line intitolava Allarme
FBI per l’Italia: San Pietro, Duomo di Milano e Scala; la lista degli obiettivi sensibili
potrebbe essere evidentemente infinita. esistono tuttavia alcuni elementi
oggettivi da considerare.

      Dall’esame della documentazione propagandistica disponibile, il nostro
paese non risulta essere mai stato minacciato direttamente da Islamic State,
nonostante sia stata ripetutamente preannunciata la conquista della città di
Roma. A riguardo, i riferimenti appaiono più simbolici e retorici, riconducibili
a un hadith in cui Muhammad profetizzava la presa di Roma da parte dei musul-
mani dopo la caduta di Costantinopoli. A riguardo, appena una settimana dopo
gli attentati di parigi, il 19 novembre 2015, è stato pubblicato un video prodotto
nella provincia di Dijlah (Iraq) di Islamic State dal titolo “Parigi prima di Roma”.
non soltanto nel titolo ma anche nei contenuti è palese il richiamo a Roma,
sulla scia del simbolismo di precedente propaganda, ma l’esame dei discorsi dei
due jihadisti protagonisti della videoregistrazione,

      Roma viene citata una sola volta, come ultima fase di una guerra comin-
ciata in Iraq e nello Sham. le minacce concrete vengono rivolte invece alla
francia ed agli Stati Uniti, la Casa Bianca in particolare, contrariamente all’Italia
che non viene mai menzionata all’interno del video.

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