Page 175 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      - i membri della cellula terroristica erano collegati ad Abaaoud
Abdelhamid che, più che da architetto degli attentati, probabilmente funge da
collegamento tra i vertici dell’organizzazione terroristica e gli esecutori;

      - Dā‘ish sta verosimilmente reclutando e addestrando altri foreign fighters
partiti da paesi occidentali o da altri ostili all’organizzazione terroristica, per
compiere attentati analoghi a quelli di parigi nei paesi di origine;

      - il numero di membri della cellula che ha colpito parigi e il fatto che alcu-
ni di essi fossero noti alle forze di sicurezza francesi e belghe, quali estremisti o
addirittura foreign terrorist fighters, dimostra che l’addestramento ricevuto consen-
te loro di rientrare clandestinamente, reclutare altri membri in loco, approvvi-
gionarsi di armi ed esplosivi, confezionare ordigni artigianali e preparare e com-
piere attentati complessi all’insaputa delle intelligence competenti;

      - nonostante l’ovvio impatto mediatico, gli attentati non costituiscono
una sorpresa dal punto di vista strategico. Dall’avvio dei bombardamenti in
Siria, la francia è stata al centro delle minacce di Dā‘ish. le autorità francesi
erano già al corrente dell’attribuzione di altri attentati all’organizzazione terro-
ristica e del collegamento con Abaaoud Abdelhamid. già in precedenza, in rela-
zione agli attentati a Charlie hebdo, verviers, Sid Ahmed ghlam e sul treno
Thalys, era stata evidenziata l’apparente facile reperibilità di armi da guerra da
parte dei terroristi, soprattutto in Belgio, ma anche di provenienza balcanica e
montenegrina. Anche le modalità di esecuzione dell’attentato, con l’attacco a
soft target e il successivo martirio degli attentatori una volta assediati dalle forze di
polizia, ripropongono quelle dell’attentato a Mumbai del 2008, quelle che
avrebbero dovuto essere seguite nella realizzazione del progetto qaedista di
attentati in europa alla fine del 2010, nonché dell’attentato di Charlie hebdo
del 7-9 gennaio 2015.

      Unico elemento di sorpresa meritevole di approfondimenti ulteriori, oltre
all’utilizzo di cinture e giubbetti esplosivi - peraltro riscontrato per la prima
volta in europa - è oggettivamente costituito dal numero di terroristi coinvolti,
che potrebbe essere intorno ad una ventina di componenti. A dispetto dell’al-
larme che discende da tale constatazione, resta da considerare come tecnica-
mente i dati raccolti evidenzino una vulnerabilità che non riguarda invece il
fenomeno dei lone wolf.

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