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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE
In breve, il suggerimento del sociologo italiano franco ferrarotti di far
morire di clandestinità un’organizzazione clandestina, senza accrescere il potere dei
gruppi terroristici ma, attraverso l’approfondimento, senza nemmeno sottova-
lutare il pericolo che essi rappresentano. Come il ricercatore della fondazione
Quilliam contro l’estremismo, Charlie Cooper, ha dichiarato alla Cnn,“ogni
volta che un video dell’Isis ottiene un click e viene visualizzato, il gruppo ottiene ciò che vuole:
l’ossigeno della pubblicità”(224).
lo stesso direttore di Al-Jazeera, Ibrahim helal, commentando la diffu-
sione del filmato relativo alla barbara uccisione di James foley, ha precisato che
fu subito chiaro a tutti come la diffusione dei video di Dā‘ish fosse un poten-
tissimo e pericolosissimo strumento di propaganda e che ciò che gli jihadisti
volevano, era proprio che quei filmati fossero pubblicati: “What everyone in our
news room noticed was that they made this video for media, not for their own”. I media, in
particolare la televisione, dovrebbe essere pertanto capace ed interessata a
discernere i fatti dalla propaganda, per scongiurare il rischio che il difficile
mestiere di informare non si riduca in realtà ad un inconsapevole strumento di
globalizzazione di un’immagine volutamente ingigantita della potenza della
stuttura terroristica capeggiata da al-Baghdādī. la scia da seguire sembra trac-
ciata dall’ex presidente della Cnn Walter Isaacson, con l’imperativo: “informa-
zione tutta, spettacolarizzazione poca, contestualizzazione sempre”(225).
Del resto, perché non rispondere con le stesse parole del nemico al quesi-
to posto? nel richiamato Editorial all’ottava edizione di Dar al-Islam, non appare
infatti casuale che la redazione muova un attacco al Senato francese responsa-
bile di avere impedito ai suoi cittadini di esercitare il diritto all’informazione,
stigmatizzando anche la consultazione dei siti attivi con i documenti jihadisti
disponibili. Che per Dā‘ish è appunto il cuore del problema: il rischio di un ter-
rorismo arginato ed indebolito da una comunicazione sapiente capace di infor-
mare ma anche di delimitare il campo alla globalizzazione negativa, per svuotare di
senso ed efficacia il terrorismo stesso.
(224) - Cfr. MartaSeRAfInI, Foley e i contenuti rimossi dal web, la responsabilità della Silicon Valley.
http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_17/isis-video-propaganda-ora-stile-hollywoo-
diano-2d14fd5a-3e7e-11e4-af68-1b0c172fb9a5.shtml
(225) - Cfr. op..cit. paolo S. longhI, Il mestiere di informare a un punto di svolta, in Torri crollanti, a
cura di Mario MoRCellInI, pag. 248.
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