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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

tamente ben al di là delle previsioni, poneva ancora una volta il problema della
comunicazione e dell’aggiornamento in diretta sugli sviluppi dell’operazione ad
un’opinione pubblica sempre più spaventata; confermando come la gestione del-
l’informazione in casi analoghi dovrebbe comportare la stessa puntuale pianifica-
zione richiesta da un intervento di polizia o militare. poi il blitz del 22 novembre
a Bruxelles, ove l’hashtag #BrusselslockDown su Twitter sarebbe divenuto il pass-
partout per ricercare le informazioni di interesse, a costo di far pericolosamente
trapelare quelle riservate sulla dislocazione ed il movimento delle forze in campo.

      Dopo due giorni di massima allerta, da poco dopo il tramonto fino a tarda
notte, anche la città belga veniva infatti posta sotto assedio: un’altra operazione
di polizia, questa volta nel centro della capitale europea, ove il cielo dei quartieri
di laeken, Wemmel e Molenbeek veniva sorvolato da un elevato numero di eli-
cotteri e le squadre speciali realizzavano un simultaneo intervento nella vicina
etterbeek.

      Questa volta tuttavia funzionava più proficuamente il rapporto tra
Autorità, media e cittadini: la polizia belga chiedeva ai primi di non comunicare
informazioni sui luoghi dove si stavano svolgendo le operazioni, ottenendone
il silenzio: Par sécurité, veuillez respecter le silence radio sur les médias sociaux concernant
les opérations de police en cours à #Bruxelles. Merci.

      Analogo invito veniva rivolto con successo agli utenti dei social network. ed
un notevole passo avanti sembra qui essere stato fatto rispetto allo scenario di
venerdì 13 novembre, ma soprattutto di Saint Denis, quando su internet era
possibile sentire quasi in diretta gli spari e le esplosioni dei terroristi grazie ai
video ed alle foto dei luoghi ove si stavano svolgendo gli attacchi terroristici,
diffusi in diretta su Twitter da diversi testimoni oculari. nel frattempo, in Italia,
i meccanismi deliranti della paura si alimentavano della pigrizia di un certo gior-
nalismo che, anzichè comprendere, contestualizzare ed approfondire le notizie,
si limitava a rimbalzarle acriticamente, restando esso stesso vittima della pande-
mia sensazionalista originata.

      Così il 16 novembre, mentre il presidente françois hollande compariva
dinanzi al parlamento francese, nel nostro paese, venivano date le ricerche di
un’auto, entrata asseritamente in territorio italiano attraverso il valico di
ventimiglia.

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