Page 18 - Rassegna 3-2016
P. 18

IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      Per sopravvivere, l’organizzazione di Bin Laden si impose una graduale
metamorfosi da organizzazione gerarchico-militare a mero “ombrello ideologi-
co”, per gruppi jihadisti autonomi o comunque legati da rapporti labili. La
mutazione avvenne contestualmente all’acquisizione di una maggiore consape-
volezza delle potenzialità propagandistiche dei mezzi di comunicazione di
massa basati sul web, in uno scenario geopolitico favorevole ad una propaganda
che aveva come caposaldo la teoria del complotto globale contro l’Islam.

      L’evoluzione della strategia qaidista fu senz’altro influenzata dal contribu-
to dell’ideologo Abu Musab Al Suri, vero e proprio “architetto della nuova al-
Qaida”. Al Suri, immediatamente dopo gli attentati di Londra del 2005, teorizzò
il modello di un movimento spontaneista, che rispondesse all’appello al jihad
globale secondo un principio di decentralizzazione.

      Secondo il modello della “rete senza leader”, il numero di cellule neutra-
lizzate dalle azioni di contrasto sarebbe sempre inferiore al numero di cellule di
nuova costituzione, che potevano crescere in modo esponenziale.

      Dal punto di vista dell’investigatore, il terrorismo homegrown, prodotto
di questa nuova strategia di al-Qaida, imponeva, ancora una volta, un cambio
radicale di prospettiva, non esistendo più una singola struttura che consentisse,
come era avvenuto per le organizzazioni terroristiche degli anni ’70 e ’80, di
essere penetrata con gli strumenti del “metodo anticrimine”.

      In Italia, già nel 2009, con il caso di Mohammed Game(5), si era dovuto
prendere atto di due importanti dati di fatto: il messaggio radicale aveva rag-
giunto Game esclusivamente attraverso il web e quest’ultimo era stato in grado
di costituire una cellula terroristica del tutto indipendente, senza supporto logi-
stico di organizzazioni già operative.

      Prima ancora dell’attacco terroristico di Milano, il R.O.S. aveva avviato
una revisione della sua strategia di contrasto. Il punto di partenza era rappre-
sentato proprio dalla consapevolezza che un approccio investigativo, incentrato

(5) - Il 12 ottobre 2009, alle ore 7.45 circa a Milano piazzale Perrucchetti, Mohamed GAME, cit-
      tadino libico sposato con un’italiana, tentava di accedere all’interno della caserma “Santa
      Barbara” dove era ubicato il reggimento delle Voloire. Il militare di guardia intimava immedia-
      tamente l’alt allo straniero che si chinava e subito dopo lanciava una valigetta per gli attrezzi
      che detonando feriva gravemente l’attentatore. Successivamente vennero arrestati due suoi
      complici, l’egiziano Abdel Haziz Mahmoud Kol e il libico Mohamaed Imbaeya Israfel.

16
   13   14   15   16   17   18   19   20   21   22   23