Page 128 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

avrebbe dovuto essere uno degli aerei di linea di un paese della coalizione, se
non fosse stato necessario dare una risposta aderente ai raids russi sui territori
controllati dal Califfato; seppure anche in questo caso la comunicazione appa-
re approssimativa e non del tutto convincente, puntando più alle suggestive
immagini di un ordigno rudimentale realizzato artigianalmente attraverso l’as-
semblaggio tra un detonatore ed una lattina di bibita che ai particolari dell’at-
tentato.

      nel rispetto di un collaudato filone narrativo, infine, la rivista ospita un
significativo servizio curato da Cantlie, il prigioniero divenuto reporter e testimo-
nial di Dā‘ish. non sono più tuttavia le riprese di Raqqa e Mosul al centro della
propaganda ed il messaggio ora è complessivo, l’obiettivo da conseguire più
ambizioso: si tratta, infatti, di diffondere l’aspetto statualistico ed organizzativo
del Califfato, caratteristiche che, oltre alla ricchezza delle sue risorse, lo rendono
pienamente appetibile per molte attività d’impresa che lo avrebbero asserita-
mente scelto quale centro dei rispettivi affari.

      Curioso tuttavia è come a testimoniare che Dā‘ish oggi sia davvero una
realtà statuale Cantlie chiami i comunicatori occidentali, i media maggiormente
diffusi, i docenti universitari statunitensi.

      Sono infatti le principali tematiche del dibattito politico occidentale ad
essere sapientemente strumentalizzate per sostenere la veridicità delle tesi
sostenute dal gruppo terroristico: e sono i professori dell’Università di harvard
ed il new York Times che riconoscono a Dā‘ish di essere una realtà statuale, da
costola di al-Qaeda in Iraq a “revolutionary state-building organization”.

      Il progetto utopistico di al-Baghdadi ottiene il riscontro più importante,
quello di essere riconosciuto quale organizzazione rivoluzionaria per la costru-
zione dello Stato islamico, come da tempo sostenuto dallo stesso giornalista bri-
tannico.

      è infine alla strage realizzata all’interno del Centro disabili di San
Bernadino che il numero successivo di Dabiq “The Rafidah from Ibn Saba’ to the
Dajja” (I Rafidah(169) da Ibn Saba a Dajja) viene dedicato.

(169) - Cfr. termine arabo che si riferisce a chi “rifiuta”, quindi a coloro che non accettano la auto-
        rità legittima islamica e la leadership; è tuttavia anche un termine dispregiativo con cui i sun-
        niti definiscono gli sciiti.

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