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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

      Da un lato, quindi, il cosiddetto lone wolf cui impartire l’addestramento
necessario a combattere la guerra santa nei paesi della coalizione avversaria, dal-
l’altro l’egira ed il jihad, in primis, all’interno del Dar-al-Islam. Il quadro potreb-
be verosimilmente essere ridotto alle linee di azione descritte - almeno, sotto il
profilo squisitamente militare - se non imponesse alcune necessarie precisazioni
per scongiurare banalizzazioni: perché con al-Qaeda si è registrato l’impiego di
martiri in possesso di un raffinato addestramento, strumentale a colpire il nemico
lontano, con un controllo pressochè totale delle fasi dell’operazione (World Trade
Center e pentagono); con Dā‘ish si è fatto ricorso a componenti assemblate ed
approssimativamente addestrate per punire il medesimo nemico lontano (Centro
per disabili di San Bernardino, Teatro Bataclan di parigi, aeroporto di zeventem
e stazione metropolitana di Maelbeek, a Bruxelles) ma, più propriamente, come
atto ritorsivo ai bombardamenti sui territori controllati, dando però la stura ad
un pericoloso innesco del terrorismo in franchising - peraltro poi sempre ideolo-
gicamente ed emotivamente alimentato attraverso i meccanismi di una pervasi-
va e suggestiva comunicazione realizzata su piattaforme diverse - le cui conse-
guenze appaiono a fattor comune imprevedibili.In tale quadro, non soltanto
appare pacifica ma addirittura cogente la necessità di sviluppare lo studio siste-
matico della comunicazione che Dā‘ish realizza, in particolare, attraverso pro-
duzioni editoriali come Dabiq, per orientare le attività sul piano sia della preven-
zione sia del contrasto. non soltanto la scelta puntuale di titoli evocativi, ma la
particolare aderenza all’evoluzione delle dinamiche internazionali e, non per
ultimo, la capacità di riferirsi ad eventi stragisti anche recentemente perpetrati,
sviluppando lucide ed approfondite analisi, ne confermano infatti la raffinata
organizzazione redazionale, oltre che l’esigenza di considerare le edizioni della
rivista quali preziosi documenti ideologici e programmatici meritevoli dello
stesso attento e puntuale esame dedicato agli storici comunicati con cui il terrori-
smo interno di matrice marxista-leninista, negli anni 70’, divulgava la propria
narrativa.Come anticipato, il primo numero della rivista viene pubblicato il 5
luglio 2014 e riporta in copertina il titolo “The return of Khilafah” (Il ritorno del
Califfato): al centro, il discorso del leader del gruppo terroristico al-Baghdādī,
pronunciato il primo giorno del mese islamico del Ramadan nella moschea di
Mosul, ove si proclama la restaurazione del Califfato. Il significato strategico del

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