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LA neceSSiTà di UnA efficienTe GovernAnce Per LA TUTeLA deLLA civiLe convivenZA
È a firma del ministro matteo Salvini, a quel tempo capo del Viminale, la
direttiva del 17 aprile 2019 n. 11001/118/7, nota come “circolare sulle zone
rosse”, avente ad oggetto “ordinanze e provvedimenti antidegrado e contro le
illegalità. indirizzi operativi” con la quale ha invitato i prefetti a seguire ed esten-
dere il virtuoso esempio bolognese e fiorentino, replicandone il contenuto nelle
diverse realtà urbane. in un’ottica di continuità di sistema, tesa a contrastare il
degrado urbano, interviene in materia di contrasto all’immigrazione illecita, raf-
forzando il potere dei prefetti e ampliando l’operatività del daspo urbano anche
nei presidi sanitari, nei mercati, fiere e in occasione di spettacoli pubblici.
3. Analisi delle criticità e percezione della Corte Costituzionale
L’invito ministeriale sempre più frequente ai prefetti ad agire usando il
potere di ordinanza ex art. 2 TULPS solleva, tuttavia, profili di criticità legati al
rispetto delle libertà individuali, dei principi democratici e all’impatto sulla
Costituzione che non possono essere ignorati.
Seppur in virtù delle considerazioni espresse sinora questo strumento nor-
mativo si possa ritenere determinante per stigmatizzare condotte che possano
mettere in pericolo la collettività, va detto che la legittimità costituzionale quanto
a contenuto e presupposti di adozione, appare quantomeno dubbia. Tra le varie
tipologie di ordinanza infatti, quelle prefettizie, sono tra le più controverse.
L’art. 2 del TULPS, adottato durante il regime fascista, riflette la concezio-
ne imperniata sulla subordinazione dei cittadini ai pubblici poteri propria di quel
periodo storico e si rivela un vero e proprio “fossile del tutto incapace di adattarsi
al mutato ambiente costituzionale” .
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La professoressa Alessandra Algostino, nel suo contributo sul fascicolo
costituzionalismo.it, si è espressa in merito chiarendo che oggi: si assiste ad una pro-
gressiva amministrativizzazione della sicurezza, che si accompagna ad un sempre più
largo uso delle misure di prevenzione, così come delle misure cautelari, con il ricorso a
categorie come la pericolosità sociale […e] nel contempo, crescono i poteri normativi o
pseudo-normativi degli organi esecutivi, siano essi il governo nazionale, o, meglio, i suoi
vertici, i sindaci, e i prefetti (concepiti come emanazione sul territorio del Ministero
dell’interno). Sul piano delle fonti, si può ragionare di un processo di de-legificazione e
frammentazione normativa, di abbandono del paradigma della generalità ed astrat-
tezza della legge in favore di una discrezionalità “normativa” à la carte […] .
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9 G. marazzita, L’emergenza costituzionale. definizioni e modelli, Giuffrè, milano, 2003.
10 A. Algostino, Sicurezza urbana, decoro della smart city e poteri del prefetto. Note intorno alla
“Direttiva Salvini sulle zone rosse” (n. 11001/118/7 del 17 aprile 2019) e ad alcune recenti ordinanze
dei prefetti di Bologna, Firenze e Siracusa, Costituzionalismo.it, roma, Fascicolo n. 1/2019.
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