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IL fenomeno deL caPoraLaTo
4. Conclusioni: la reciprocità tra il diritto del lavoro e il diritto ambientale.
Gli effetti del caporalato sulla filiera agroalimentare
La riflessione fin qui intessuta accompagna gradualmente alle conclusioni.
La complessità criminosa e strutturale del caporalato rafforza l’esigenza di
interventi più incisivi e di normative più efficaci.
Sul primo fronte, rileva il significativo contributo dell’Arma dei Carabinieri
che da anni contrasta il fenomeno in parola conducendo importanti attività inve-
stigative e ispettive per il tramite dei Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro e,
in molti casi, attraverso l’incessante impegno del ruolo forestale.
In particolari zone - tradizionalmente colpite da questa piaga sociale - i
Carabinieri sono impegnati quasi quotidianamente nella lotta allo sfruttamento
umano e all’intermediazione illecita. Solo un anno fa, il magnetismo mitizzato delle
Langhe pavesiane veniva sfigurato da gravosi episodi di caporalato che vedeva alle
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dipendenze di imprenditori locali tutti lavoratori con irregolari permessi di soggiorno.
È noto, da comunicazioni ufficiali e mediatiche, l’essenziale intervento svol-
to dall’Arma al riguardo, ricorrendo a una lunga attività investigativa e ispettiva,
che era stata avviata nel mese di aprile 2023 dai Carabinieri della territoriale di
Cuneo e del nucleo ispettorato del lavoro, unitamente agli ispettori ITL e con il
concorso di mediatori culturali dell’oIm.
Nella circostanza sono stati identificati ben quaranta lavoratori vittime di
sfruttamento per trenta dei quali, ricorrendone le condizioni, è stato chiesto e
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rilasciato il nulla osta all’ottenimento del permesso di soggiorno per grave sfrut-
tamento lavorativo. Alla vicenda menzionata - che si iscrive nel lungo novero
delle tristi storie italiane - si correlano innumerevoli implicazioni che condurreb-
bero l’analisi verso due interessanti (ma diverse) direzioni: quella della stretta cor-
relazione esistente tra immigrazione e caporalato, perché occorre ricordare che
“la filiera dello sfruttamento inizia proprio dal racket dei clandestini” e l’altra,
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relativa alla reciprocità intercorrente tra il diritto ambientale e quello del lavoro.
22 Una descrizione accuratamente realistica del territorio richiamato si deve a C. Pavese, La luna e i
falò, prima pubblicazione, Torino, 1949.
23 Nel dettaglio: 14 Gambia, 4 Senegal, 1 Ghana, 3 macedonia, 3 Tunisia, 1 Pakistan, 1 Nigeria, 1
Guinea, 4 Egitto, 2 Albania, 3 marocco, 1 Gabon, 2 Bangladesh.
24 In questi termini, m. D’onghia, C. De martino, Gli strumenti giusslavoristici, cit. p. 37. Sul com-
plesso argomento, si vedano tra gli altri, C. Bonifazi, L’immigrazione straniera in Italia,
Bologna, 1998; m. G. Vivarelli, Il caporalato: problemi e prospettive, in foro amm., TAR, 2008,
2917; V. Rondinelli, La manodopera straniera come risorsa per l’agricoltura italiana: una analisi
preliminare, Istat working papers, 2011, n. 12, www.istat.it; E. Rigo (a cura di), Leggi, migranti
e caporali. Prospettive critiche di ricerca sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura, Pisa, 2015; C.
De martino, m. Lozito, D. Schiuma, Immigrazione, caporalato e lavoro in agricoltura, in Lavori
e diritti, 2016, pp. 313 e ss.
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