Page 31 - Numero Speciale 2024
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I CARABINIERI ALLE FOSSE ARDEATINE E IL RUOLO NELLA RESISTENZA




                    Uno dei gruppi più vasti di vittime è quello dei militari del Fmcr, in larga
               parte di sentimenti monarchici o comunque fedeli al giuramento prestato al re.
               Comunque, militari di carriera o di leva sono presenti anche nelle altre forma-
               zioni partigiane. Tra i martiri ci sono in tutto una quarantina di ufficiali di tutte
               le Armi, cinque dei quali generali, e una sessantina di reduci della Grande guer-
               ra, molti dei quali partiti volontari.
























                                     I Carabinieri Martiri delle Fosse Ardeatine
                        (Fonte: Direzione dei Beni Storici e Documentali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Fototeca)

               5.  I Carabinieri
                    Ecco alcune delle storie dei Carabinieri martiri alle Fosse Ardeatine, che
               fanno  parte  dell’antologia  che  recentemente  abbiamo  pubblicato,  che  per  la
               prima volta ricostruisce tutte le biografie dei martiri (Le vite spezzate delle Fosse
               Ardeatine.  Le  storie  delle  335  vittime  dell’eccidio  simbolo  della  Resistenza,  Einaudi,
               Torino 2024).
                    Uno di loro è Giovanni Frignani. Avrebbe compiuto quarantasette anni di lì
               a pochi giorni (era nato a Ravenna l’8 aprile 1897). Fin da giovanissimo aveva
               fatto parte liberale «Patria e Progresso» di Ravenna. Volontario nella grande
               guerra, nel giugno 1918 si era distinto sul Piave e meritando una medaglia di
               bronzo al valor militare. Finita la guerra era entrato nei Carabinieri, a Roma e
               in varie città. Raggiunto il grado di tenente colonnello, svolge delicati incarichi
               di controspionaggio, e nel giugno del 1943 informa Mussolini di aver raccolto
               prove e documenti segreti dai quali risulta che Hitler considera l’Italia zona di
               occupazione. Ma il duce ordina il suo trasferimento a Grenoble, in Francia,
               provvedimento che però non viene eseguito.

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