Page 30 - Numero Speciale 2024
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I CARABINIERI DEL 1944 - IL REGNO D’ITALIA
A loro aggiunge i prigionieri politici, in particolare comunisti, azionisti e
socialisti, sessantasei ebrei e dieci civili fermati in via Rasella e via Quattro
Fontane dopo l’esplosione. Per raggiungere il numero viene chiesto alla
Questura di provvedere consegnando altri cinquanta detenuti. Nella notte, infi-
ne, arriva la notizia della morte di un altro soldato, ferito nell’attentato, e biso-
gna portare il numero a 330 aggiungendo altri dieci nomi, che Kappler indivi-
dua tra gli ebrei arrestati negli ultimi giorni e in quelle ore.
La carneficina inizia intorno alle 15:30. Sul piazzale davanti la cava il capi-
tano delle SS Erich Priebke sovrintende l’operazione. Dentro la galleria le vitti-
me vengono fatte inginocchiare sul cumulo dei cadaveri di coloro che li hanno
preceduti. Nei giorni successivi per cercare di coprirne le tracce i tedeschi fanno
saltare con l’esplosivo l’ingresso delle cave.
4. La storia delle vittime
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I martiri provengono da ogni parte della penisola (diciotto regioni), più sei
nati all’estero e nove stranieri. Tra di loro ci sono padri e figli, fratelli, amici, col-
leghi e, nel caso degli ebrei, intere famiglie dal lato maschile. Sono di ogni livello
d’istruzione, dagli analfabeti agli intellettuali, e di ogni ceto sociale, dagli aristocra-
tici ai più umili. Oltre ai cattolici e agli ebrei ci sono anche cristiani evangelici e atei.
Tra i civili una novantina lavorano nel commercio, compreso ambulanti e
commessi, più di una sessantina sono operai o artigiani, una quarantina sono
impiegati, poco meno di una ventina sono contadini, una quindicina sono liberi
professionisti e una decina avvocati, una decina studenti e cinque professori,
una quindicina sono nel settore dei trasporti (autisti, ferrovieri o tranvieri), due
tipografi, qualche artista e musicista, un autore cinematografico e un regista, un
banchiere, un giornalista, alcuni medici, un paio di imprenditori, un sacerdote.
Più di due terzi delle vittime, infatti, sono oppositori appartenenti a tutte
le forze politiche antifasciste e ben quarantadue sono del Fmcr, appartenenti a
tutte le Armi .
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Le storie delle vittime politiche sono rappresentative non solo di tutte le
anime che partecipano alla Resistenza, ma anche dei diversi percorsi che porta-
no all’antifascismo: dagli oppositori di vecchia data a coloro che maturano la
scelta dell’opposizione più tardi e la manifestano attivamente solo dopo l’armi-
stizio. Una ventina di loro, civili e militari, partecipa ai combattimenti per la
difesa di Roma nelle ore che seguono l’annuncio dell’armistizio.
10 I dati sono tratti da Mario Avagliano, Marco Palmieri, Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine, cit.,
p. XXII e ss.
11 Ibid., p. XXVII.
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