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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA



             dello Stato, come tutte le forze armate abbandonate a sé stesse, senza capi
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             e senza ordini . Da allora, i carabinieri divennero il bersaglio principale dei
             tedeschi e dei fascisti repubblicani, che verso di loro nutrivano un odio profon-
             do  per  il  ruolo  che  aveva  avuto  il  comandante  generale  dei  CCRR,  Angelo
             Cerica nel colpo di Stato del 25 luglio; al quale seguirono la partecipazione di
             ufficiali, sottufficiali e militari dell’Arma all’arresto e alla prigionia di Mussolini
             dal 26 luglio al 12 settembre 1943; l’uccisione di Ettore Muti da parte dei cara-
             binieri, nella notte fra il 23 e il 24 agosto, in circostanze mai accertate. I carabi-
             nieri sono stati dovunque lo strumento raffinato e crudele del regime badogliesco. Dopo l’as-
             sassinio di Muti, il sano popolo li odia. Io li ho disarmati e concentrati per una nuova sele-
             zione: non hanno opposto la minima resistenza, scrisse Mussolini il 10 ottobre 1943,
             nella sua prima lettera a Clara Petacci .
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                  L’odio di Mussolini e dei tedeschi contro i carabinieri fu accresciuto all’in-
             domani dell’8 settembre, quando ufficiali e militari dell’Arma promossero le
             prime azioni di resistenza contro i tedeschi nella capitale, e successivamente, dal
             27 al 30 settembre, furono protagonisti nella lotta dei napoletani per la loro cac-
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             ciata dalla città .
                  Il 1° ottobre, il capo della Repubblica sociale nominò comandante gene-
             rale dell’Arma dei Carabinieri, il generale Archimede Mischi, già comandante
             della MVSN, avviando così una operazione di disgregazione dell’Arma per sot-
             tometterla al nuovo regime fascista. Il 7 ottobre, sei giorni prima della dichiara-
             zione di guerra alla Germania da parte del governo Badoglio, i tedeschi e i fasci-
             sti repubblicani procedettero all’occupazione della sede del Comando generale
             dell’Arma  e  delle  caserme  nella  capitale,  catturando  circa  1.500  carabinieri,
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             deportati in Germania .
                  I  carabinieri  d’ogni  grado  che  riuscirono  a  sottrarsi  alla  cattura  furono
             circa 7.000. Gran parte di essi si unì ai partigiani per combattere contro i nazi-
             fascisti, sotto la guida del generale in pensione Filippo Caruso, che a Roma
             diede vita al Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, altrimenti detto
             “Banda  Caruso”,  che  condusse  molte  azioni  clandestine  contro  l’occupante
             tedesco, fino alla liberazione della capitale nel giugno del 1944, e molti persero
             la vita .
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             29   Giuseppe Conti, Le Forze Armate italiane nel 1943, in I Carabinieri nel 1943, Rassegna dell’Arma
                  dei Carabinieri, numero speciale 2023, pp. 4 ss.
             30   B. Mussolini, A Clara. Tutte le lettere a Clara Petazzi 1943-1945.
             31   Flavio Carbone, Arma combattente. I Carabinieri Reali nella difesa di Roma, in I Carabinieri nel 1943,
                  numero speciale della “Rassegna dell’Arma dei Carabinieri”, 2023, pp.105 ss.
             32   Cfr. Anna Maria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti,
                  Edizioni Studium, Roma 2008.
             33   Filippo Caruso, L’Arma dei Carabinieri in Roma durante l’occupazione tedesca. 8 settembre 1943-4 giugno

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