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ITALIA 1943-1945: SI SFASCIÒ LO STATO, NON MORÌ LA PATRIA




               senza odio accettate il sacrifi-
               cio  di  vostro  fratello,  era
               l’estremo  messaggio  di
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               un insegnante .
                    Un  operaio  che
               aveva  combattuto  nella
               prima  guerra  mondiale
               scriveva: Ho pensato spesso
               in questi giorni alla mia vita,
               a tutta la mia vita. Forse sba-
               glio, ma sono convinto che la
               mia  Patria,  la  mia  vera
               Patria, non mi possa rimpro-
               verare  nulla.  La  mia  vera
               Patria, quella per cui ho com-
               battuto  nell’altra  guerra,
               quella che ora mi ha spinto ad
               agire contro la Patria falsifi-
               cata dai fascisti, mi sarà sem-
               pre benigna come al figlio pre-
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               diletto .
                    Il     patriottismo,
               associato alla riconquista
               della libertà e della demo-  Tenente Colonnello Giovanni Frignani raffigurato dal pittore Guido Greganti
                                                      (Fonte: Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri)
               crazia, fu il principale fat-
               tore di unione fra le varie e contrastanti forze politiche della Resistenza.
                    Per gli antifascisti, la responsabilità del regime totalitario, della guerra, della
               sconfitta, dell’invasione della patria e del vassallaggio all’impero nazista, negava ai
               fascisti qualsiasi diritto di parlare a nome dell’Italia. Solo gli antifascisti potevano
               dichiararsi interpreti della coscienza nazionale rimasta fedele ai valori della tradi-
               zione risorgimentale, ai valori di libertà e di umanità. L’immagine della Resistenza
               come «secondo Risorgimento» divenne parte fondamentale del patriottismo par-
               tigiano, che mise in risalto le analogie della guerra contro il tedesco invasore e
               contro il dispotismo, una guerra di liberazione per l’unità e l’indipendenza, con-
               dotta ancora una volta, come nel Risorgimento, all’insegna del trinomio «nazione,
               libertà, umanità», con l’aspirazione a creare una patria di cittadini eguali e liberi.


               23   Ivi, p. 83.
               24   Ivi, p. 160.

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