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ITALIA 1943-1945: SI SFASCIÒ LO STATO, NON MORÌ LA PATRIA




               sottufficiali e militari dell’Arma dei Carabinieri, che anche durante il ventennio
               erano rimasti nella massima parte fedeli alla monarchia, come istituzione di una
               patria al di sopra dei partiti. Proprio per questo, per tutta la durata del regime
               totalitario, c’era stato un latente antagonismo fra l’Arma dei CCRR e la MVSN.
               Il  regime  fascista,  osservò  il  tenente  colonnello  dei  carabinieri  Giuseppe
               Frignani dopo la caduta di Mussolini, aveva fatto prevalere il proprio principio
               di gerarchia, basato sulla militanza politica fascista, riducendo l’esercizio delle armi
               ad una comune normalissima funzione civile-politica, togliendo così all’Esercito e più partico-
               larmente agli ufficiali, quel maggiore prestigio, indubbiamente dovuto a chi consacra tutto se
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               stesso alla sicurezza e alla difesa della Patria .
                    La fedeltà secolare dell’Arma a Casa Savoia era stata sempre considerata
               con sospetto dal duce, anche se cercò di conquistarne il favore definendo i
               CCRR una delle colonne del Regime fascista. Il Calendario dei Carabinieri, che iniziò le
               pubblicazioni nel 1928, nell’edizione del 1934 recava un elogio di Mussolini: Il
               Carabiniere è lo strumento formidabile e sicuro attraverso cui in ogni contingenza, giorno per
               giorno, l’uomo umile e il potente possono vedere realizzati a beneficio della suprema armonia
               sociale  la  forza  e  l’imperio  dello  Stato.  Il  duce  apprezzava  la  professionalità  dei
               CCRR, riteneva i loro rapporti sulla situazione del paese e sugli atteggiamenti
               della popolazione verso il regime, più realistici e veritieri di quelli che gli perve-
               nivano dagli altri organi fascisti. E quasi mai i comandanti dell’Arma si rivolsero
               a Mussolini o lo citarono nei loro rapporti usando l’appellativo di “duce” ma
               solo quello di “capo del Governo” .
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                    Del resto, il duce stesso preferì istituire e potenziare nuove forze di poli-
               zia esclusivamente fasciste, come la Milizia volontaria per la sicurezza nazio-
               nale e l’OVRA, l’organizzazione segreta che svolgeva opera di spionaggio per
               la prevenzione e la repressione delle attività antifasciste. Il partito fascista,
               durante la segreteria di Achille Starace, dal 1932 al 1939, cercò di estendere la
               sua egemonia anche sulla Benemerita. Il 7 settembre 1939, Giuseppe Bottai
               annotò nel suo diario, quanto gli disse il capo della Polizia Arturo Bocchini a
               proposito del segretario del Partito fascista, definendolo un teppista: È il domi-
               nio della soffocazione e del terrore. Si è lavorato perfino i carabinieri, che non osano dire
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               la verità .
                    Ma i carabinieri non accettarono di identificare la patria con il fascismo.
                    Dopo  l’8  settembre,  l’Arma  dei  CCRR  fu  travolta  dal  disfacimento


               26   Direzione dei Beni Storici del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri (d’ora in poi
                    ASACC), Documentoteca, scatola 1198, fascicolo 1 (d’ora in poi D1198.1), promemoria del
                    4 agosto 1943.
               27   Cfr. Emilio Gentile, Storia del fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2022, pp. 704 ss.
               28   Giuseppe Bottai, Diario 1935-1944, a cura di Giordano Bruno Guerri, Milano, Rizzoli, 1982, p. 161.

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