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DOTTRINA




                  Secondo  le  più  recenti  stime  dell’Organizzazione  Internazionale  del
             Lavoro, si calcola che circa 27,6 milioni di persone siano attualmente vittime di
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             lavoro forzato , sfruttate nel racket della prostituzione, in altre forme di sfrut-
             tamento economico oppure vittime sia di sfruttamento lavorativo che sessuale.
             Il rapporto Profits and poverty: The economics of  forced labour  stima che trafficanti
                                                                   10
             e criminali guadagnino quasi 10.000 dollari per ogni vittima, un incremento
             significativo rispetto agli 8.269 dollari di dieci anni fa. Lo sfruttamento sessuale
             rappresenta oltre due terzi dei profitti illegali complessivi, pur costituendo solo
             il 27% del numero totale di vittime del lavoro forzato.
                  Questa disparità è spiegata dalla differenza significativa nei profitti per vit-
             tima tra lo sfruttamento sessuale e altre forme di lavoro forzato nel settore pri-
             vato: 27.252 dollari per vittima nel primo caso contro 3.687 dollari nel secondo.
             Oltre allo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato nell’industria genera circa 35
             miliardi di dollari di profitti illegali annuali, seguito dai servizi, dall’agricoltura e
             dal lavoro domestico. Questi profitti derivano dai salari dei lavoratori, che ven-
             gono trattenuti dagli sfruttatori tramite pratiche coercitive.
                  Il problema sopra esposto, poi, non va confuso con il traffico di migranti
             ovvero il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (smuggling of  migrants,
             SoM). Quest’ultimo, infatti, si riferisce al trasporto illegale di persone attraverso
             i confini internazionali: esso si manifesta con il consenso dei migranti stessi per
             migliorare le proprie condizioni economiche o per sfuggire da persecuzioni e
             conflitti. In ogni caso, a dispetto del consenso, il traffico di migranti comporta
             comunque gravi rischi e violazioni delle leggi sull’immigrazione, ed è così defi-
             nito: «il procurare, al fine di ricavare, direttamente o indirettamente, un vantag-
             gio finanziario o materiale, l’ingresso illegale di una persona in uno Stato Parte
             di cui la persona non è cittadina o residente permanente» .
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                  Qualora i migranti siano contestualmente o successivamente vittime di
             coercizione, sfruttamento o altre forme di violenza, lo smuggling costituisce fase
             preliminare della tratta, con la conseguenza che il consenso iniziale cessa di
             avere rilevanza giuridica. Tale sovrapposizione operativa e funzionale implica la
             richiesta di un approccio multilivello e integrato, finalizzato a cogliere la conti-
             nuità criminologica tra i fenomeni e a coniugare misure preventive, protettive e
             repressive.
             9    https://www.ilo.org/it/resource/news/i-profitti-derivanti-dal-lavoro-forzato-raggiungono-
                  i-236-miliardi-di#. Consultato il 5 agosto 2024.
             10   International Labour Organization, Profits and poverty: The economics of  forced labour, 2024.
             11   Nazioni Unite, Protocollo addizionale Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità
                  organizzata transnazionale per combattere il traffico di migranti via terra, via mare e via aria,
                  2000.

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