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LE TECNICHE DI INTERROGATORIO RIPENSATE SOTTO IL PROFILO PSICOLOGICO
esterni che alterano la memoria dell’evento […] Nella valutazione della testimonian-
za di un bambino, le primissime dichiarazioni spontanee sono quelle maggiormente attendibili
proprio perché non “inquinate” da interventi esterni che possono alterare la memoria dello
evento. Pertanto, importante era l’indagine sulla genesi delle prime narrazioni che, sempre
opportuna quando il dichiarante è un minore […];
➣ L’apprendimento è influenzato dalla posizione delle sillabe: le prime (pri-
macy) e le ultime (recency) di una lista, si ricordano meglio rispetto a quelle centrali.
Si rammenta al lettore che la legge scientifica testè riportata tende a dimo-
strare come funziona la memoria quando non intervengono altri fattori che
aumentano la capacità del sistema di ricordare, come la ripetizione subvocalica
(rehersal), gli eventi della vita ordinaria denotati da reazioni ad impatto emotivo
(odio, amore, felicità, rabbia) o quelli legati a categorie semantiche (compren-
sione del significato) .
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Il secondo “livello” è rappresentato dai limiti della capacità della memoria.
La capacità limitativa della memoria è un argomento che ha da sempre
affascinato gli scienziati e non solo: immaginate di avere una memoria che abbia
abbastanza capacità da ricordare qualsiasi cosa, anche dettagli irrilevanti; da un
lato ci si sentirebbe quasi “immortali” ma dall’altro sarebbe una condanna in
quanto, come precedentemente detto, una simile capacità mnemonica avrebbe
ripercussioni sull’identità (Conway, 2008).
Eppure, nonostante queste menti prodigiose abbia la loro comparsa fin dal
medioevo (si pensi a Pico della Mirandola) è solo negli anni Cinquanta che lo stu-
dio scientifico su questa capacità si è fatto strada a partire dal lavoro pioneristico
di uno psicologo americano (Miller, 1956) che ha misurato detto limite, scopren-
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do che la nostra memoria riesce a contenere 7 ± 2 elementi (chiamati chunk) .
Il lavoro di Miller consistette nel presentare, ai soggetti della sua ricerca,
una serie di stimoli che variavano lungo una dimensione (tonalità di colore, o
numero, o lettere) e di calcolare quanti di questi, i soggetti riuscivano a ricordare
nel cinquanta per cento delle prove. La durata della memoria risultò da una fun-
zione matematica che stabiliva in 7 ± 2 il massimo numero di stimoli presentati
che ogni soggetto riusciva a tenere a mente.
5 Ulteriori approfondimenti possono essere visualizzati al link: https://www.codiceedizioni.it/files
/2010/09/Kandel_Alla_Ricerca_Della_Memoria_Preview.pdf
6 Il chunking consiste nell’organizzare le informazioni in unità significative più grandi, che
possono essere memorizzate e recuperate più facilmente rispetto a singoli elementi isolati:
ad esempio, sarebbe difficoltoso memorizzare una serie numerica casuale come
“572948163”, tuttavia, se quegli stessi numeri vengono divisi in chunk significativi come
“572”, “948”, e “163”, diventa molto più facile ricordarli, poiché sono organizzati in gruppi
più gestibili. A titolo esemplificativo, per un giocatore di scacchi esperto una sequenza di
mosse può essere vista come un singolo chunk, anziché una serie di singoli movimenti.
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