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IL LEGAL FRAMEWORK EUROPEO E I PROGETTI A SUPPORTO DELL’UTILIZZO
DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Al netto di eventuali modifiche che verranno effettuato durante l’iter di
approvazione del testo normativo, l’impostazione presentata, come detto, si
basa su una scala di rischio per regolamentare le applicazioni di intelligenza arti-
ficiale suddivida in quattro livelli.
Il primo livello sarà quello del rischio minimo, il secondo livello sarà
rischio limitato, il terzo livello sarà invece rischio alto e l’ultimo livello sarà il
rischio considerato inaccettabile. Tutte le tecnologie, applicazioni e macchine
che metteranno a rischio la sicurezza, i mezzi di sussistenza, i diritti delle per-
sone, nonché i sistemi che utilizzeranno tecniche subliminali o manipolative
intenzionali, sfruttando le vulnerabilità delle persone o utilizzati per il social sco-
ring ossia tutto ciò che rappresenterà una chiara minaccia per la società, saranno
integralmente vietati.
La classificazione con un livello di rischio minimo invece, non sarà sog-
getto ad interventi e ulteriori controlli. L’attenzione sulla tutela dei diritti degli
utenti che usano l’intelligenza artificiale pertanto, è obiettivo primario
dell’Unione Europea che, nonostante l’emanazione della legislazione in parola,
ha come focus migliorare il livello di sicurezza attraverso l’introduzione di
norme aggiuntive ad hoc atte a definire dei paletti rigidi da rispettare quali: creare
un elenco di app ad altro rischio, definire dei requisiti chiari da rispettare, stabi-
lire dei specifici obblighi per utenti e fornitori, effettuare la valutazione della
conformità prima dell’immissione sul mercato, creare una struttura di gover-
nance a livello europeo e nazionale.
L’ultimo ostacolo all’approvazione definitiva dell’AI Act è stato rimosso lo
scorso gennaio con il voto unanime degli ambasciatori dei ventisette paesi euro-
pei. Per la prima volta nel mondo è stata legiferata una normativa che detta le
regole per lo sviluppo, l’immissione sul mercato e sull’uso dei sistemi di IA in
Europa. Viste le difficoltà e le perplessità della comunità europea e internazio-
nale l’esito non era affatto scontato ma l’approvazione di tale legge ha aperto
uno spaccato importante in materia giuridica sulle future tecnologie che, quasi
sicuramente, saranno sviluppate e gestite esclusivamente attraverso l’uso
dell’IA. In Unione Europea, già all’indomani dell’accordo sulla stesura dell’AI
Act, si era aperto un fronte di Stati scontenti guidati dalla Francia.
L’obiettivo primario per la Francia è che l’Europa non resti indietro sulla
corsa allo sviluppo delle nuove tecnologie, come avvenuto in passato con
Internet e i social network. Nello specifico, la Francia, sostenuta da Italia e
Germania, ha avanzato richieste di un regime normativo più leggero per i
modelli generativi di intelligenza artificiale - come ChatGpt - introducendo piut-
tosto dei codici di condotta.
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